Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Federico Tortorelli in cui i confini tra città e campagna si svolgono come un continuum sempre più dominato dalla diffusione urbana » 5 • Gli studi sullo sviluppo urbano e metropolitano che hanno trovat~ recentemente spazio, a livello di pianificazione territoriale, nel Progetto 80 e nel Documento programmatico preliminare 1971-75, si sono articolati lungo due tematiche diverse. Da un lato si è intesa l'area· metropolitana come un tipo di regione geografica 6 basata sulla contiguità spaziale; dall'altro si è cercato di definire soprattutto la comunità metropolitana 7 come un insieme integrato di funzioni cui corrisponde un determinato habitat. Dalle definizioni su riportate si deduce agevolmente che Napoli, pur non potendosi definire ancora pienamente come punto nodale di un'area metropolitana, è in grado di rivestire ruolo e funzioni metropolitani. Napoli, invero, è una metropoli solo allo stato potenziale. Per assolvere funzioni metropolitane, infatti - è stato più volte scritto a - una città deve disporre di centri decisionali; deve qualificarsi come centro di cultura; deve essere capace di fornire agli abitanti del territorio contermine una serie di servizi rari. Ebbene se si eccettuano il Banco di Napoli, l'ISVEIMER e la SME finanziaria la città non ospita centri decisionali e per di più tutte le industrie più importanti sono tributarie di « centri di comando » esterni alla città e alla regione. Mancano, inoltre, case editrici di rilievo, centri culturali ed istituti di ricerca di elevato livello, elementi tutti che qualificano una metropoli e pongono le basi per un'estensione dell'area, metropolitana. L'ipotesi di assetto territoriale della regione e il Piano Regolatore generale della città di Napoli hanno recepito l'istanza di definire e potenziare le funzioni metropolitane di Napoli. « È necessario cioè che la città ritrovi una propria caratterizzazione in una dimensione umana in linea con il progresso civile, funzionalmente equilibrata nelle proprie componenti settoriali. Una strategia di sviluppo equilibrato deve tendere a diffondere nelle entità di equilibrio regionale una crescente dotazione di servizi atti ad elevarne i valori urbani» 0 • Napoli non può quindi attestarsi su programmi di semplice terziarizzazione che servano a soddisfare le pur pressanti esigenze di dotazione di servizi ma deve 5 Cfr. Ardigò A., La diffusione urbana, Roma 1967, pg. 10 ss. cfr. anche in questo stesso numero: A. Perasole, Le aree metropolitane. 6 Cfr. Compagna F., La politica della .città, Bari 1967. 7 Cfr. Mc. Kenzie L., The metropolitan community, New York 1933. 8 Cfr. Gravier, L'aménagement du territoire et l'avenir des regions francaises, Paris, 1964 (trad. it. La pianificazione territoriale in Francia, Padova 1967). 9 Cfr. Travaglini Giovanni, L'assetto del territorio, in Atti del Convegno sul « Contributo di Napoli nel momento del concreto mio dell'esperienza regionale», tenuto nei giorni 15-22-29novembre 1971, Aversa 1972, pg. 150-151. 142 BibliotecaGino Bianco

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