Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Le aree metropolitane storicamente alla genesi stessa del fenomeno metropolitano secondo l'andamento prevalente in quasi tutti i Paesi del mondo. In tal senso si muovono, come s'è visto, pur con qualche ·sfumatura, il Bureau of Census degli Stati Uniti (50 mila abitanti per una o due città gemelle centrali), l'International Urban Research, il modello di sviluppo per gradienti e così via. Orbene, gli autori in questione respingono questo tipo di analisi che postula l'esistenza di un polo centrale di una certa dimensione minima per la formazione e qualificazione dell'area metropolitana, e ciò alla luce dei più recenti casi di localizzazione che, come si è già esaminato, vanno producendo un tipo di sviluppo articolato e policentrico dell'area, in netta contrapposizione con quello monocentrico precedente 08 • La impossibilità, nei nuovi tipi di sviluppo, di individuare a volte il centro principale di un'area metropolitana, induce ad abbandonare il concetto di polarizzazione e ad adottare il parametro della densità territoriale degli attivi extragricoli per la delimitazione delle aree metropolitane insieme, logicamente, ai due indici (dimensione demografica minima, dimensione minima degli attivi extragricoli) già esaminati. Il valore di soglia scelto per questo terzo indice è di 100 attivi extragrico li per kmq. Si tratta di un indice, però, che è soggetto a notevole deformazione in dipendenza della variabilità della dimensione territoriale dei comuni. Deformazione che è, però, possibile correggere introducendo, per tutti i comuni aventi più di 5.000 attivi extragricoli, il concetto di area massima teorica (quella corrispondente cioè alla densità uguale a quella di soglia) che un comune dovrebbe avere per rientrare nella classe inferiore di densità. Vi è infatti il pericolo che i comuni a maggiore dimensione territoriale rischino di non essere visualizzati adeguatamente, in quanto registrerebbero un valore inferiore a quello di soglia, cioè inferiore a 100 attivi/kmq (così, in Italia, Ravenna, Perugia, Foggia, etc.) 04 • Resta da aggiungere, in conclusione che, stanti le difficoltà su descritte, è evidente che quelle che si definiranno sulla base degl'indici indicati, non sono aree programmatiche, per identificare le quali sarebbe necessario un assetto di lungo periodo, ma debbono essere considerate, invece, come semplici fotografie, in un dato istante, dei fenomeni di concentrazione spaziale 65 • 93 Cfr. idem. 04 Cfr. idem, p. 16. 95 cfr. idem, p. 6. BibliotecaGino Bianco ALDO PARA SOLE 139

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