Girola1no Cotroneo verso la celeberrima teoria della « morte• dell'uomo », costituisce, si potrebbe dire, il manifesto dell'antistoricismo contemporaneo, il quale, secondo il commento di Sartre, rifiutando la dialettica storica che è la sola a consentire di comprendere come gli uomini passino da una situazione a un'altra, da un pensiero a un altro, « remplace le cinéma par la lanterne magique, le mouvement par une succession d'immobilités ». Accanto a Foucault - il quale adesso, non si capisce bene su quali comunanze di interesse e vedute, dirige assieme a Sartre il nuovo quotidiano parigino « Libération » - Sartre indicava come portatore del nuovo antistoridsmo Claude Lévi-Strauss, la cui prospettiva culturale antidialettica, riducendo la storia a « un phénomène purement passif », non riuscirebbe a cogliere la parte, assolutamente determinante e decisiva, che gli uomini hanno nella costituzione delle strutture di parentela e sociali. (Vale la pena, a questo proposito, ricordare che Lévi-Strauss ha rivendicato, contro Foucault, la paternità del concetto di « morte dell'uomo », dal momento che sarebbe stato lui - ha detto - il primo a affermare che « il fine delle scienze umane non è quello di costituire l'uomo, ma di dissolverlo », rivendicando quindi il diritto di primogenitura al suo antistoricismo. Quali poi possano essere le conseguenze di questo antiumanesimo avremo modo di vederlo in seguito). La polemica fra Sartre e Lévi-Strauss (il quale ne Il pensiero selvaggio, in risposta alla Critique sartriaria ha definito semplice « mito » la concezione della storia di Sartre, aggiungendo di suo che « basta che la storia si allontani da noi nella durata, o che noi ci si allontani da essa con il pensiero, perché essa non sia più interiorizzabile e perda la sua intelligibilità »: affermazione quest'ultima alquanto peregrina, tipica di un antistoricismo di maniera, al quale appaiono del tutto ignoti concetti come I'Erlebnis di Dilthey o la « contemporaneità » di Croce), questa polemica, diceva1no, sviluppatasi nello scorso decennio - prima ancora della comparsa sulla scena culturale dell'antistoricismo di Foucault e di quello, di cui fra poco diremo, di Althusser - rappresenta il momento in cui l'antistoricisn10 contemporaneo, divenuto adulto, rivendica i propri diritti, avviandosi anche a contaminare quella filosofia marxista che fino ad al1ora dello storicismo si considerava come la versione più corretta. Nella sua intervista Sartre non mancava di rilevarlo: arrivava anzi a dire che privilegiando le « strutture » nei confronti dell'uomo e della storia, Louis Althusser, il primo teorico dello strutturalismo marxiano, oggettivamen~e favoriva l'antistoricismo bor12 BibliotecaGino Bianco
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