Aldo Perasole come inversamente proporzionale alla distanza, e funzione dei mezzi di comunicazione, della loro rapidità, del loro costo etc., si orientano, piuttosto, verso le cause delle relazioni che s'instaurano tra i vari centri dell'area. Naturalmente, nell'individuare e analizzare gli indici che misurano il cosiddetto « campo polarizzato», bisogna rifarsi necessariamente alle funzioni essenziali esercitate dai centri urbani, riflettendo gl'indici scelti proprio queste funzioni. Per cui è possibile tracciare aree di diversa forma e dimensione a seconda della funzione polarizzante di cui si tien conto 60 • Come si vede concetti abbastanza simili, tutti incentrati su una ipotesi di sviluppo monocentrico dell'area metropolitana. I concetti di dominanza e di polarizzazione sopra esaminati ci portano a constatare, però, come il fenomeno delle regioni od aree metropolitane polarizzate (a sviluppo monocentrico cioè), rappresenti oggi il segno più evidente dell'esistenza e della crescita degli squilibri territoriali, cioè del rapporto non equilibrato, e perciò nocivo, tra risorse territoriali e loro utilizzazione. Questi sono frutto essenzialmente della libera iniziativa del potere economico che, in assenza di adeguate e puntuali ·politiche programmate di assetto del territorio, si rivela dotato di una forza e di un dinamismo che sembrano sfuggire al controllo delle autorità pubbliche, siano esse locali che nazionali. Le giustificazioni addotte dagli imprenditori (privati ma anche pubblici) in tale occasione sono basate esse?zialmente sulla economicità della localizzazione delle attività produttive nell'ambito dell'area metropolitana che presenterebbe, al suo interno, la più avanzata forma oggi possibile di divisione del lavoro. Il che è evidentemente innegabile, almeno fino al punto, in cui non ci si trovi davanti a fenomeni di congestionamento, in presenza dei quali è perlomeno azzardato parlare di economicità. Ma c'è da considerare, però, che i costi, enormi, che la presenza di fenomeni di congestionamento comportano, sono per la quasi totalità scaricati sulla collettività nazionale nel suo complesso. Giustificazione quindi, quella della economicità, alquanto contrastata e che presenta almeno una « lettura », per così dire, alternativa. Senza tuttavia entrare ulteriormente nel merito della questione, è evidente che bisognerà cercare di conciliare l'esigenza della risoluzione degli squilibri territoriali, con quello della economicità che è a fondamento del processo di polarizzazione. Laddove si deve certamente e doverosamente tener conto che, entro certi limiti, la concentrazione metropolitana rappresenta una condizione ambientale essenziale per lo sviluppo economico e che oggigiorno sono propri delle 59 Cfr. per tutti A. Rao, op. cit., pp. 95-96. 128 BibliotecaGino Bianco
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