Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Girolamo Cotroneo pseudofilosofi del tipo di Oswald Spengler, -dagli epigoni di Nietzesche, dai futuristi italiani e francesi, dagli infedeli interpreti di Bergson, dalla metafisica heideggeriana, il cui autore sarebbe stato, di lì a pochi anni, l'unico fra i grandi pensatori tedeschi a tacere di fronte al nazismo, autori e tendenze che egli in quell'occasione - tranne che per un breve riferimento ai futuristi - non nominò mai (sarebbe stato poi Carlo Antoni, nell'anno successivo a delineare in un breve, quanto efficace, saggio, dal titolo Storicismo e antistoricismo, il profilo di certe cupe tendenze della filosofia europea a lui contemporanea), ma che qualsiasi accorto lettore è oggi - e forse lo era già da allora - in grado di identificare. La presenza di questo filone irrazionalistico e attivistico nel seno della cultura europea costituiva, quindi, per Croce motivo di non piccola preoccupazione per le sorti della vita politica e monde del tempo, essendo per lui il sentimento antistorico strettamente connesso al sentimento antiliberale: l'avvenire di un'Europa dominata da quelle oscure metafisiche, gli appariva dunque segnato dalla progressiva decadenza degli ideali di libertà che la ragione storica aveva fondato e che· essa soltanto poteva ancora garantire. I motivi di questo convincimento, della certezza che solo lo storicismo fosse garanzia di libertà, sono fin troppo noti: nel discorso oxfordiano Croce li riassumeva sinteticamente, riassumendo con essi tutti i motivi della sua filosofia politica, fondata sul principio che la libertà nasca dalla storia: e si sviluppi con essa. Questo principio, infatti, permette di rifiutare « l'imposizione dall'alto del ritmo della vita», la convinzione che « la regola [ ...], invece di essere creata dall'uom.o come suo strumento, debba essa creare l'uomo», cioè quell'astratto formalismo che è il fondamento di tutte le tirannie. Inoltre, con la ragione storica possono essere respinte le lusinghe di quelle filosofie che idoleggiano « un futuro senza passato », quanto le seduzioni delle ideologie reazionarie che rappresentano « la più flagrante negazione della storia, la quale, per la sua stessa logica, esclude le restaurazioni ». Così, lo storicismo, ponendosi come mediazione di queste due opposte tendenze, che hanno in comune il medesimo carattere illiberale, rappresenta la più sicura garanzia della libertà: quindi, concludeva Croce, esso rappresenta la civiltà e la cultura, « il valore che ci è stato confidato e che abbiamo il dovere di difendere, tener forte ed ampliare »; esso rappresenta il « nodo del passato con l'avvenire », la « garanzia di serietà del nuovo che sorge »; e pur essendo « blasfemato corne la libertà [ ...] , come la libertà ha sempre ragione di chi gli si rivolge contro ». 10 BibliotecaGino Bianco

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