Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Le aree metropolitane fabbisogno di manodopera nelle miniere e nelle fabbriche provoca notevoli accentramenti di popolazione. Ed è nelle città, dove si localizzano in maggior numero i più diversi settori produttivi, che la dimensione della popolazione assume i livelli più rilevanti. Si può certamente affermare quindi che se, come è stato affermato, la città dell'età medioevale è « figlia del commercio»", la città della rivoluzione industriale è « figlia dell'industria ». Nuove città, infatti, sorgono dal nulla in vicinanza dei grandi bacini minerari o presso i centri più importanti dell'attività industriale; altre crescono in modo tale da modificare ampiamente la loro fisionomia; altre infine decadono per l'esaurirsi delle loro funzioni 10 • Ma la rivoluzione mentre opera questa selezione tra le varie città, dando inizio ad un processo che diverrà travolgente durante la prima metà del XX secolo, determina contemporaneamente una profonda modificazione dei rapporti tra città e campagna, il che rappresenta certamente la conseguenza più vistosa dei processi di industrializzazione. Solo successivamente, e siamo ai nostri giorni, con un processo di cui si analizzeranno più avanti le cause e le conseguenze, la città potrà dirsi « figlia del settore terziario » 11 • Essa sarà sede infatti delle attività di distribuzione e gestione, dell'attività di trasporto, di attività di servizio pubblico e privato, di attività finanziarie e commerciali e di tipi di funzioni classificabili nell'ambito del terziario superiore o del « quaternario » e cioè di attività in senso lato culturali (giornali, case editrici, riviste specializzate, teatri, cinema ...), laboratori di ricerca, istituti a livello universitario etc.; mentre le attività industriali saranno via via decentrate nelle aree limitrofe e, in alcuni casi, anche a notevole distanza dai grandi centri urbani :IQ. È possibile quindi individuare in Europa « due generazioni di città ..., la prima derivante dall'impianto di industrie che impiegano 11 Cfr. Francesco Compagna, La politica della città, Bari, 1967, pg. 138. 10 « Anche se la terra fosse stata una superficie perfettamente uniforme, si sarebbero create delle città perché vi sono alcune ragioni che tendono a crearle: 1) l'esistenza di grandi imprese produttrici, determinate dalla possibilità di realizzare forti economie interne di scala, può già costituire di per sé ragione sufficiente per la creazione di città anche di notevoli dimensioni; 2) l'esistenza di economie esterne di agglomerazione che tendono soprattutto a fare insediare nello stesso luogo imprese complementari di diversa natura che realizzano così risparmi nei costi di approvvigionamento dei relativi inputs; 3) l'esistenza di economie esterne di urbanizzazione che producono risparmi per imprese della stessa o di diversa natura, per quanto riguarda il mercato del lavoro, i costi di approvvigionamento di distribuzione etc.» (Ministero del Bilancio, Proiezioni ..., op. cit., pg. 58 nota). · 11 J. F. Gravier, La pianificazione territoriale in Francia, trad. it., Padova, 1%8. 12 Cfr. Pierre George, Il mondo attuale, traduzione· it., Milano, 1968, cap. I. 113 BibliotecaGino Bianco

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