Le aree metropolitane bisogni e con essi gli scambi commerciali e la produzione di manufatti. Le aumentate esigenze di denaro liquido da parte degli Stati, ch e si sviluppano secondo strutture amministrative sempre più complesse, conferiscono intanto un posto di primo piano alla figura del banchiere. Ed è proprio il banchiere-mercante che crea proprie imprese per l'esportazione, imprese che producono secondo il sistema dell'industria a domicilio o domestica. Il modo di produzione feudale o corporativo diventa così inade - guato, per cui paesi prima esclusivamente agricoli si trasformano in paesi commerciali e industriali. L'economia europea della fine del Medioevo già presenta, quindi, uno sviluppo di imprese, un impiego di capitali, un complesso di attività e mezzi tecnici che la rendono simile al mondo econo mico del capitalismo moderno. E' una fase di transizione tra l'Europa agricolo-feudale del Medioevo e l'Europa industriale e commerciale dei tempi moderni: la fase cosiddetta precapitalistica. Le influenze sul piano urbanistico di un tal tipo di trasformazioni economiche, sono notevoli. La città, nodo di traffici sempre più intensi, cresce: demograficamente, malgrado le frequenti pestilenze ed epidemie, e fisicamente lungo linee di sviluppo ordinate dal suo piano regolatore interno. Ma cresce pure l'influenza politica, e conomica e culturale da essa esercitata sul territorio circostante, al centro, com'è, di quel rivoluzionamento dei valori etici e culturali che segnano il passaggio dal Medioevo all'Evo Moderno. Nei secoli XVII e XVIII l'attività commerciale, che aveva trovato nel mercantilismo la sua più compiuta espressione, erose le ultime limitazioni alla libertà di ·concorrenza, stimola ulteriorme nte quella espansione industriale che doveva poi distruggere le basi s tesse del capitalismo commerciale. Il mercante « crea » così, si può dire, l'industriale. In molti casi, anzi, è lui stesso a trasformarsi i_n manifatturiero favorendo anche, con il suo esempio, il reclutamento di uomini nuovi del capitali smo dalle campagne e dall'industria domestica. È l'inizio di quella rivoluzione industriale caratterizzata da una trasformazione profonda nell'organizzazionè della produzione: il sistema dell'industria domestica cede, infatti, il posto alla produzione concentrata del sistema delle fabbriche 4. Ora se prima della rivoluzione industriale la distribuzione nel territorio della popolazione e degli insediamenti urbani. era relativamente omogenea, non compor- ' Cfr. Eric Roll, Storia del pensiero economico, Torino, 1970, pg. 87 e sgg. 111 BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==