L'antistoricismo degli • anni settanta di Girolamo Cotroneo A Oxford, nel settembre del 1930, Benedetto Croce leggeva al VII Congresso Internazionale di Filosofia una comunicazione, con la quale indicava in maniera, come era suo costume, altamente sintetica, una tendenza fondamentale del pensiero europeo moderno, cioè l'antistoricismo. Più che una comunica~i0ne teoretica, quello di Croce era un segnale di allarme: l'invo,_uzione culturale che aveva fatto seguito alla prin1.a guerra mondiale si a11dava ormai rapidamente tramutando in involuzione politica. L'Italia ne aveva già fatto le spese; e la Germania, centro propulsore della cultura europea nel secolo precedente, si apprestava a farle. In quell'occasione, Croce non era il profeta che annunciava all'Europa future sciagure, ma lo storico che diagnosticava stilla base di dati di fatto, istituendo un impressionante parallelismo fra le vicende culturali e quelle politiche degli anni allora in corso. Gli argomenti portati da Croce si articolavano su pochi punti essenziali, sostenuti dalla convinzione di fondo che lo storicismo ottocentesco aveva rappresentato il momento in cui lo spirito europeo aveva raggiunta la consapevolezza, la coscienza della libertà, superando l'astratta formulazione di essa fornita dal secolo dei lumi (che pure, con Rousseau, come riconosceva l'ultimo Hegel, l'aveva per la prima volta portata alla luce). La saldatura fra ragione storica e libertà costituiva dunque per Croce il legato più importante che la cultura dell'Ottocento aveva affidato alla posterHà intellettuale di tutta Europa: l'abbandono di tale tendenza non poteva perciò non avere per effetto la formazione di regimi antiliberali, quali quelli che si andavano allora affermando, e che si fondavano, diceva Croce, su di un antistoricismo che « è tutto sfrenatezza di egoismo o durezza di comando, e par che celebri un'orgia o un culto satanico ». A meno di dieci anni di distanza. dalle parole di Croce, l'Europa tutta avrebbe cominciato a pagare con il proprio sangue le conseguenze di quel « culto satanico », al cui avvento veniva generoso contributo « non da parte di privilegiati né di plebi, o non solo da questa parte, ma da -quella d'intellettuali, procreati dalla libertà, e che non si ·accorgono di negare con essa sé medesimi». Il bersaglio di Croce è qui evidente: es.so era costituito dagli 9 BibliotecaGino Bianco
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