Nord e Sud - anno XX - n. 164-165 - ago.-set. 1973

Andrea Cendali Ma, come abbiamo già rilevato, la dissalazione è un capitolo della tecnologia legato allo sviluppo economico che si sta appena schiudendo e diverse sono ancora le sue possibilità di applicazione. Anche in Italia esistono progetti per altri impianti, di consistenti dimensioni, per alcuni dei quali l'avvio dei lavori non è molto lontano. Fra questi, importantissimo, sarà il dissalatore di Gela da abbinare allo stabilimento petrolchimico locale dell'ANIC, risultato dalla collaborazione fra l'ENI (Ente Nazionale Idrocarburi) e la regione siciliana. Il piano di produzione prevede per i primi tempi una quantità di 57.000 mc/ giorno fino ad arrivare a 72 n1ila mc/ giorno in piena attività. Esso potrà soddisfare oltre i consumi dello stabilimento petrol .. chimico, anche quelli industriali e civili di una vasta zona della Sicilia, meridionale. Infatti fornirà 15-20.000 mc/ giorno alla città di Gela, 24.000 mc/giorno ad Agrigento-Porto Empedocle, 24.000 mc/giorno nella zona di Licata. La scelta è caduta su Gela in funzione della possibilità di fruire di una serie di infrastrutture civili ed industriali connesse allo stabilimento dell'ANIC; si prevede anche· la costruzione di un sistema di adduzione al comprensorio Gela, Licata, Agrigento per un totale di 400.000 metri cubi. La produzione di questo dissalatore si aggirerà sui 72.000 mc/giorno, dimensione che sarebbe stata ottimale per l'abbinamento ad esso di una centrale nucleare per la produzione del calore. Ne sarebbe infatti derivata una sensibile diminuzione nei costi dell'acqua. Ma il timore di movimenti sismici l'ha sconsigliata. Abbinato ad una centrale nucleare sarebbe invece il dissalatore da realizzare ne11a provincia di Catania, su iniziativa del COSVIND (Consorzio dell'Area industriale di Catania) e dell'Acquedotto Urbano. Il progetto purtroppo è ancora solo in fase di studio e finora non si ha notizia di una sua prossima realizzazione. Esso, una volta approvato, determinerebbe veramente una spinta positiva in avanti per tutte quelle zone industriali che circondano Catania e che sono costrette ad operare entro limiti ecologici e naturali ben precisi. Queste aree industriali fanno parte di un piano regolatore territoriale approvato nel 1966 dal Comitato dei Ministri per il Mezzogiorno. Tale piano prevede la sistemazione territoriale dell'area industriale inserita in una organizzazione generale spaziale che· sia coerente con un ambiente estremamente caratterizzato. Pertanto sono state individuate le zone di sviluppo residenziale, le zone di sviluppo turistico, le zone di vincolo paesaggistico e di verde 106 BibliotecaGino Bianco

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