Andrea Cendali · produzione di 400.000-600.000 mc./ giorno di acqua dolce con impianti nucleari. Fu così calcolato che con un reattore di 950 M.W. termici, conducendo la distillazione a ten1peratura fra 95° C e 135° C, sarebbe stato possibile ottenere acqua dolce ad un costo fra le 40 e 70 lire/mc. Come si vede, costo competitivo con qualsiasi altra fonte di energia~, Le ricerche continuarono e verso la fine del 1962 furono pubblicati i risultati ottenuti dal Dr. Hammond, che è stato certamente il primo ad indicare chiaramente le reali prospettive della nuova tecnica. Questi risultati ebbero subito chiara risonanza e dal 1964 in poi il problema è stato oggetto di numerose pubblicazioni e di conferenze a livello mondiale. Intimamente legata all'uso dell'energia nucleare nella dissalazione è la soluzione degli impianti a doppio scopo. L'analisi termoeconon1ica mostra che il costo del calore è tanto più basso quanto più elevata è la temperatura alla quale il calore è disponibile. Si ha, quindi, interesse a ricavare tanto dai combustibili fossili quanto dall'energia nucleare, più da quest'ultima dato il progressivo esaurirsi .dei primi, calore alla temperatura più elevata possibile. Poiché tale calore non può essere impiegato direttamente nella distillazione, per i fenomeni di incrostazione negli impianti che ne sono la conseguenza, dal punto di vista termodinamico l'utilizzazione più efficiente si ha negli impianti a doppio scopo che producono sia energia elettrica che acqua dolce per distillazione. In tali impianti il calore ottenuto dalle reazioni nucleari viene dapprima utilizzato per produrre vapore ad alta temperatura ed alta pressione, che inviato in apposito turbine, produce energia elettrica . .II vapore di scarico di questo turbine a bassa pressione e a bassa. ten1peratura produce il calore per la distillazione dell'acqua marina. Da questa schematica analisi del processo di funzionamento di tali impianti si deduce che la produzione di energia elettrica e di acqua dolce sono rigidamente legate fra loro, la qual cosa risulta un fattore negativo da un punto di vista economico. Infatti le regioni aride, bisognose di molta acqua per il loro svi1,uppo, difficilmente hanno la possibilità di smaltire l'ingente quantità · di energia elettrica contemporaneamente prodotta, il che si ripercuote sull'economia dell'impianto. Soluzione a questo inconveniente potrebbe essere l'abbinamento di un altro dissalatore funzionante ad energia elettrica, ad esempio un impianto ad elettrodialisi per la dissalazione delle acque salmastre; una diminuzione della richiesta di ~nergia elettrica da parte del mercato . ' 98 BibliotecaGino Biancò
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