Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

Jvfichele Ributti 16 agosto 1899 (si osservi la data!) a rimproverar~ duramente la « transigenza » di Ferri e le alleanze radico-repubblicane-socialiste ». E tanto insistentemente Salven1ini ribadì questa sua posizione che, di fronte ad un altro suo articolo (Il Ministero delle Tendenze) del 16 aprile 1901, la Redazione di « Critica sociale » si vide costretta a commentare: « ... al nostro amico Tre Stelle ( è lo pseudonimo con cui Salvemini firmò l'articolo) diamo un consiglio fraterno. Egli fa buon mercato delle tendenze liberali del ministero, egli vorrebbe dei fatti, dei grandi fatti, che, d'altronde, colla attuale composizione della Camera, dichiara egli stesso impossibili. Legga un po' i giornali avversari, gli interpreti più autorizzati del forcaiolismo italiano, si domandi bene perché quelle innocue tendenze sembrino ad essi criminose, e perché la « benevola diffidenza » dell'Estrema verso il ministero li faccia montare sulle furie. E ricordi il precetto del saggio: nei casi dubbi ti serva di norma il consiglio del tuo nemico » 19 • È l'incondizionato riconoscimento della positività dell'azione svolta dai radicali durante le crisi della fine del secolo, e la testuale conferma della valutazione di Croce, che cioè l'anima riformista (purtroppo non sempre vincente nel partito socialista) aveva colto la fondamentale distinzione tra « borghesia liberale » e << borghesia forcaiola », traendone utile ammaestramento. Non meno interessante e tipico è l'atteggiamento dei radicali in politica estera, che pure essi collocarono sempre in secondo piano rispetto a quella interna, in quanto rappresentò il campo in cui i radicali più nettamente si caratterizzarono nei confronti della Sinistra, sia prima che dopo « la rivoluzione parlamentare » del 1876. Mentre, infatti, nelle questioni di politica interna (riforme politiche e sociali) la differenza tra i radicali e la Sinistra fu quasi esclusivamente un problema di « gradazioni » o tutt'al più, giusto ancora una volta il rilievo di Spadolini, dj eredità storica, in quanto i radicali non mancarono di gettare in faccia al trasformismo la loro qualifica di depositari e di custodi delle grandi tradizioni repubblicane risorgimentali, fu, invece, proprio in politica estera che il radicalismo ebbe modo di darsi una connotazione del tutto originale ed autonoma. È noto che prima del '70 tutta la Sinistra era su posizioni nettamente antifrancesi, non perdonando ai vicini d'oltralpe la Convenzione di Settembre, ì'umiliazione di Mentana, la costante ed intransigente difesa del potere papale e clericale, posizioni queste della Sinistra cui faceva necessariamente seguito la sempre più viva attenzione e simpatia per la Germania bismarckiana, la Germania del Kulturkampf, della scienza e del libero pensiero. Con l'avvento della 19 G. Salvemini: Il ministro della malavita, op. IV, vol. I, Milano 1966, pag. 51. 68 BibliotecaGino Bianco

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