Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

Editoriale dizionale minifondo meridionale, più difficile ovviamente di quello delle zone di latifondo non più tali. Ma è evidente che i progressi dell' agricoltura sono condizionati anche, e in misura rilevante, dalla diminuzione della quota di addetti alle attività agricole e perciò alla disponibilità di posti di lavoro in attività extra-agricole nell'industria e in quelle attività extra-agricole: nell'industria e in quelle attività terziarie cui può dar vita la presenza operante e diffusa dell'industria. Si possono comunque individuare - co1ne abbiamo già avuto occasione di dire su « Il Globo » - tre fondamentali punti di attacco sui quali imperniare la strategia meridionalista del nuovo Governo: 1) presentare a Bruxelles un dossier persuasivo sulla politica delle strutture agricole in generale, ed in particolare sulle occasioni che al Mezzogiorno derivano dalla messa a punto, prevista per i prossimi mesi, della politica regionale comunitaria; 2) predisporre pochi ma convincenti progetti speciali da realizzare in tutte le loro parti ed in modo che la formula dei progetti speciali acquisti sembianze e sostanza innovativa, di aggiornamento dell'intervento straordinario in sintonia con la pronunciata programmazione per progetti, di cui da tempo si è fatto fautore Ruffolo; 3) interpretare la fiscalizzazione degli oneri sociali come misura di sviluppo e non co1ne misura di soccorso, e quindi evitare che sia generalizzata dal punto di vista territoriale, ma far sì che sia comunque ·differenziata a favore di coloro che sono « scesi » o che intendono « scendere » nel Mezzogiorno, oltre, beninteso, che a favore di quei piccoli e medi imprenditori meridionali che si dibattono fra mille difficoltà e che tuttavia tengono coraggiosamente il campo. Come si vede, questi tre punti presuppongono una generale ripresa degli investimenti che contribuisca a rianimare quella che ormai può certamente dirsi una crisi strutturale dell'econonzia italiana. Gli investimenti, sopratutto quelli direttamente produttivi, dovranno essere localizzati nella misura del possibile nelle aree industrializzabili del Sud. Ed è appunto la misura del possibile che si deve cercare di massimizzare con una coerente programmazione: è un'occasione che non ci si può permettere il lusso di sciupare, perché se la si dovesse sciupare, allora sì che partiti e sindacati, quale che sia_la fonnula di maggioranza,· sarebbero ancora e più che 1nai inermi davanti al disfrenarsi degli interessi particolari. L'incotrastato disfrenarsi degli interessi particolari scatenerebbe. una crisi irrimediabile della con-vivenza civile e delle libertà democratiche nel Mezzogiorno_ e non solo nel Mezzogiorno. 5 BibliotecaGino Bianco

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