Il radicalismo italiano fra Nlazzini e Cattaneo alla vigilia del fascismo) di deporre qualunque pregiudizio antiborghese, aderendo compatti all'invito 16 che rivolgeva loro Filippo Turati: « è giunta l'ora di combattere per Cavallotti ». È d'altro canto si deve riconoscere la fondatezza del giudizio di Croce e cioè che « Crispi credeva di ferire il socialis,mo, e ferì invece con quei provvedimenti la coscienza liberale, assai viva in Italia ... Nei processi si presentarono tra i testimoni a discarico, liberali, conservatori, cattolici, funzionari, professori di Università ... Ma cotesta disposizione, sfavorevole al Crispi, dell'Italia liberale e favorevole ai socialisti, era per il socialismo rivoluzionario, reciso avversario della società non proletaria e dello Stato, un colpo per allora insensibile, ma assai più forte di quelli che il Crispi, con la sua energia, gli vibrava» 17 • Sono in sostanza gli stessi sentimenti che agitarono l'opinione pubblica nel 1899, nel momento delle leggi liberticide di Pelloux, ed è ancora questa stessa indomita volontà di garantire le libertà civili che riunì per l'ultima volta radicali, repubblicani socialisti e uomini della Sinistra come Zanardel'li e Giolitti, nel celebre ostruzionismo parlamentare che salvò le istituzioni liberali. Nello stesso periodo era scoppiato in Francia il caso Dreyfus e tutta la nazione era dalla parte di Emile Zola. Le elezioni non potevano pertanto svolgersi in un clin1a più favorevole per i radicali che, promuovendo risolutarnente quell'opposizione morale, tennero saldamente aggretata, come nota Spadolini, la borghesia più colta e più sensibile ai problemi sociali, la borghesia produttiva del Nord, da tempo insofferente alle misure protezionistiche e auspi• cante una politica economica più snella e spregiudicata. E all'affascinante richiamo di quella grande battaglia morale non rimase insensibile neppure Gabriele d'Annunzio il quale dai banchi dell'Estrema Destra, in cui sedeva, si spostò platealmente a quelli dell'Estrema Sinistra esclamando : « Oggi so che da una parte vi sono molti morti che urlano e dall'altra pochi uomini vivi ed eloquenti. Come uomo d'intelletto vado verso la vita» 18 • Chi, invece, in quel periodo non avvertì l'importanza dell'azione svolta dai radicali fu proprio quel Gaetano Salvernini, che pure per molti versi incarnò la tradizione e la vocazione deL migliore radicalismo. Salvemini, accecato da una delle sue impennate moralistiche che lo portarono frequentemente a commettere gravi errori di valutazione storica e politica, arrivò in un articolo pubblicato su « Critica sociale » il 16 Di notevole interesse per comprendere la posizione dei socialisti è la lettera del 26 gennaio 1894 inviata da Engels a Turati, che Galante Garrone riporta in sintesi a pag. 315. 11 B. Croce: Storia d'Italia cit., pag. 182. 1s In Spadolini: I Radicali cit., pag. 98. BibliotecaGino Bianco 67
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