Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

Michele Ributti Non rimane allora che tentare di individuare quelle tematiche e quelle istanze, che per ,la loro stessa natura e per la particolare insistenza con cui sono state portate avanti, costituiscono il contributo dei radicali alla « fondazione deHo Stato moderno », la caratteristica del loro pensiero politico e quindi la patente di legittimità per iscrivere H radicalismo nella storia dei movimenti e partiti politici italiani. Un primo tema si può indicare nell'implacabile denunzia del malcostume della classe politica e della corruzione nella pubblica amimnistrazione: l'episodio che diede l'occasione ai radicali di manifestare per la prima volta questa loro vocazione di severi censori e di vigili sentinelle della moralità pubblica fu lo scandalo della Regia cointeressata dei Tabacchi. Si era nel 1869 e fu proprio il Cavallotti, aUora giovane collaboratore del « Gazzettino Rosa», a far esplodere lo scandalo che ebbe non poca importanza nella caduta del governo Menabrea. Identico atteggiamento i radicali assunsero durante il Governo De Pretis, in particolare contro la « finanza allegra » del l\tlagliani, in occasione dello scandalo della Banca Romana che travolse il primo ministero Giolitti, nella famosa questione del « plico » al tempo del secondo ministero Crispi, Continuando, potremmo dire, fino àlle grandi battaglie civili de « Il Mondo » di Mario Pail!Ilunzio. Una seconda caratteristica dell'azione politica radicale è senz'altro l'attenzione costantemente dedicata alle questioni riguardanti l'ordine pubblico e quindi l'accesa difesa, con Cavallotti sempre in prima fila, delle libertà politiche e civili. Furono dunque sempre i primi a solidizzare con gli anarchici ed i socialisti perseguitati dal Menabrea, non dissimularono le loro simpatie per gli scioperi 15 duramente repressi, furono gli attivi promotori di quel Fascio della Democrazia che si costituì nel 1883, sotto la direzione di Bovio, Cavallotti e Andrea Costa, per impostare una linea comune di resistenza, tra radicali, repubblicani e socialisti, alla involuzione reazionaria del trasformismo. Furono ancora loro, i radicali, a tendere la mano ai socialisti (dai quali pur li dividevano sempre più profondi contrasti) per costituire la Lega italiana per la Difesa della Libertà. E proprio dall'unità di azione di tutte le sinistre, e non solo delle sinistre coalizzate nella Lega scaturì la forma per rovesciare il secondo ministero Crispi, lanciato nella cn1enta repressione della libertà statutaria con l'istituzione dei Tribunali militari e la promulgazione delle leggi « anti-anarchiche ». Nella drammaticità del momento i socialisti trovarono il buon senso (che purtroppo n1ancò loro 15 Per quanto riguarda la legislazione suilo sciopero e le misure adottate da governo e magistratura cfr. il documentatissimo studio di G. Neppi Modona: Sciopero, potere politico e magistratura. Bari 1969. 66 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==