Il radicalismo italiano fra Mazzini e Cattaneo in Felice Cavallotti. Non mancarono certo radicali che sentirono intensamente la necessità del riscatto delle classi popolari: la sentì Agostino Bertani, come testimonia la sua lunga quanto vana battaglia per la Riforma Agraria, la sentì il siciliano Napoleone Colajanni, che, nella sua costante denuncia della questione meridionale, incontrò spesso il plauso di Gaetano Salvemini, ma nessuno, ad eccezione forse di Giovanni Bo'" vio 13, avvertì la questione se non sotto un aspetto eminentemente tecnico o comunque in necessario subordine alla riforma politica. Tutti quanti poi non mancarono, di fronte all'impetuoso crescere del movimento socialista, che insidiava il loro prestigio, Ia loro consistenza e fors'anche la loro stessa ragione d'essere, di presentare se stessi e l'istanza riformatrice di cui erano portavoce come l'ultimo baluardo contro il socialismo trionfante. Ritornava così il monito che Giuseppe Mazzini aveva rivolto alla borghesia molti anni prima nel 1853, in seguito alla cocente delusione provata per il fallimento del 1noto milanese del 6 febbraio, che aveva visto il sacrificio di sangue delle classi popolari e l'indifferenza della « classe media ». « Ma se per inerzia ed egoismo dei ricchi, la rivoluzione indugiasse di tanto che debba farsi dal vigore più sempre crescente d'un solo elemento della Nazione (il proletariato) ... i pericoli di ire e discordie covate nella miseria, ribollenti nei momenti di lotta, e proclivi a seguire ciecamente i suggerimenti di settari stranieri o domestici, diverranno gravi davvero » 14 • A questo punto una costatazione si impone: la polemica dei radicali verso i socialisti si sviluppa, in Cavallotti non meno che in Bertani e Tivaroni, su argomentazioni tipicamente mazziniane, mentre, per converso, la polemica radicale verso i mazziniani fa leva su spunti tipicamente socialisti, quali il materialismo e l'inutilità, almeno presente, di un mutamento della forma istituzionale. Ciò non è però in contrasto con il giusto rilievo di Spadolini, secondo i] quale « radicalismo e socialismo sono due espressioni diverse, ma sostanzialmente concorrenti, dello stesso problema storico: il problema, cioè, di fondare in Italia lo Stato moderno, sulla base di una larga rappresentanza politica, attraverso un complesso di riforme e di trasformazioni strutturali tali da dare un senso e un contenuto all'edificio unitario uscito dalle fortune· del Risorgimento». 13 G. Bovio: ll secolo nuovo. Roma 1923. Nello scritto: La dottrina dei Partiti politici in Europa (pagg. 27-70) il Bovio sqstiene l'inscindibilità e la concorrenza della questione politica con quella sociale e giunge alla conclusione che occorre approdare ad una « Repubblica sociale». 14 G. Mazzini: Le situazione. SEI, vol. LIX, pagg. 102-103. 65 BibliotecaGino Bianco
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