Arg01nenti sottovalutate per le monete dei paesi più arretrati, modificandole man mano che diminuiscono i gaps tra le diverse economie nazionali. In tal modo si opererebbe un trasferimento netto di capitali dai paesi più avanzati a quelli più arretrati; trasferimento il cui scopo dovrebbe essere quello di finanziare lo sviluppo economico delle aree più arretrate. Per questo motivo la suddetta misura dovrebbe accompagnarsi a quella della diversificazione dei tassi di interesse, in 1nodo da limitare la spinta al consumo e quindi all'inflazione nei paesi più arretrati e favorire nel contempo l'accelerazione del tasso di crescita delle economie di questi. La possibilità che un tale meccanismo avrebbe di funzionare non andrebbe certamente cercata sul piano della logica economica, ma su quello della volontà politica di tutti gli stati membri della Comunità di programmare i rispettivi tassi di sviluppo in funzione di quelli dei paesi partners. Senza un impegno globale, in tal senso, di tutti gli stati facenti parte della Comunità, il correlativo impegno dei singoli a mantenere, ad esempio, fisse le proprie parità valutarie avrebbe come unica portata l'accelerazione delle spinte alla polarizzazione economica a favore delle aree più avanzate. Ma occorre, del pari, che accanto ad un impegno globale di tal fatta sia operante uno specifico impegno dei singoli stati europei a mantenere i rispettivi tassi di propensione all'inflazione nei limiti stabiliti; ed altro non vediamo per ottenere ciò che l'adozione di una rigorosa politica dei redditi. Una volta verificata questa volontà politica gli strumenti tecnici non sono certo difficili da trovare: il FME può, ad esempio, servire egregiamente da strumento di trasferimento finanziario dai paesi più ricchi a quelli più arretrati e nella sua sede possono essere studiate ed attuate tutte le misure adatte alla creazione di una base monetaria sempre più omogenea a livello europeo. Come afferma Triffin 13 si possono anche trasferire al Fl\tIE parte delle riserve valutarie dei singoli paesi europei; ma sopratutto il FME può emettere auro-valuta rappresentativa dei valori finanziari di trasferimento intereuropeo garantita dalle riserve del FME. Ma non è questo, in realtà, il problema imn1ediato che si presenta nei paesi europei impegnati nella costruzione di un sistema monetario unitario; la moneta unica, in condizioni di forte squilibrio strutturale fra le diverse economie nazionali, sarebbe una conquista formale, illusoria, dagli effetti difficilmente controllabili da parte di ogni singolo paese, e farebbe allora arretrare la causa ·dell'integrazione monetaria, e non solo questa, dell'Europa. 13 Op. cit. 57 BibliotecaGino Bianco
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