Maurizio Mistri terati i rapporti fra le potenzialità economiche dei diversi stati facenti parte di un'area economicamente integrata se non riesce ad evitare che si creino problemi di squilibrio nelle bilance dei pagamenti, non comporta quelle modificazioni nelìe strutture economiche nazionali che sarebbero auspicabili ai fini di una crescita equilibrata dell'intero sistema. A questi fini acquista notevole importanza il movimento dei capitali, che può essere favorito da un opportuno gioco dei tassi di interesse, in modo da non creare contraddizioni tra una politica volta a richiamare capitali in una certa area (al fine da riequilibrare la bilancia dei pagamenti, ad esempio) ed una politica che voglia trasformare dei capitali in investimenti (al fine di creare quelle strutture produttive capaci di rimuovere le cause di un cronico squilibrio valutario). Tra questi due ultimi obiettivi è facile accorgersi che non esiste una compatibilità naturale, in quanto una politica volta a favorire gli investimenti dovrà puntare sul basso costo del danaro a lungo termine, Si potrebbe, quindi, ovviare all'inconveniente differenziando per l'appunto i tassi di interesse, quelli a breve da quelli a lungo periodo, mantenendo alti i primi e bassi i secondi 12 • È evidente che una politica del genere comporta dei costi costituiti dalla differenza fra i due tassi, essendo più alto quello di acquisizione del denaro di quello della sua erogazione. Allora questa differenza dovrà essere assunta da un organismo pubblico, e vedremo poi quale; per ora, ci interessa rimarcare come per ragioni di coordinamento delle politiche economiche a livello comunitario, la fissazione dei tassi di interesse dovrebbe essere fatta mediante precisi accordi presi a livello comunitario, sovrannazionale, in modo che una parte, se non tutto, del costo di questa operazione possa venir accollata ad un istituto centrale finanziatore, che potrebbe essere lo stesso FME. Accanto alla politica differenziata dei tassi di interesse, gli stati europei potrebbero concordare, sempre in sede di FME, un tipo del tutto particolare di regime dei cambi. Tecnicamente il regime di cambi che proponiamo è quello cosiddetto dell'adjustable peg, consistente in un regime di parità fisse, ma modificabili di volta in volta. Soltanto che le adjustable-pegs non dovranno essere utilizzate al solo scopo di seguire l'andamento dei reali rapporti di scambio tra le diverse valute europee, bensì allo scopo di anticiparle, in una visione programmata delle modificazioni strutturali dell'economia dell'intero sistema economico comunitario. In sintesi, dovrebbero essere concordate delle parità 12 Naturalmente intendiamo parlare dei tassi che i debitori debbono corrispondere alla banca. 56 BibliotecaGino Bianco
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