Maurizio Mistri l'unificazione economica europea attraverso assetti istituzionali aventi comuni orientamenti e uniformi strutture » 8 • Possiamo pertanto rilevare come l'ottimalità valutaria si funzionalizzi nei confronti del raggiungimento dell'obiettivo di uno sviluppo equilibrato di tutta l'area integrata, per cui l'integrazione monetaria diviene una specificazione strumentale di quella economica generale; altrimenti si rischia di collocare quest'ultima in posizione subalterna rispetto all'obiettivo del mantenimento della parità dei cambi. Così qualificata, e cioè in posizione subalterna nei confronti di altre priorità, l'integrazione monetaria europea non deve comunque essere persa di vista, perché essa rappresenta l'effetto di un processo auspicabile (l'integrazione economica) nonché, ed in non piccola parte, una concausa di esso. Infatti, abbiamo già osservato che solo nel breve periodo un sistema di cambi flessibili riesce ad isolare un sistema valutario dalle influenze esterne, per cui permangono le cause strutturali dello squilibrio valutario, né con esso si possono sanare « gli squilibri dovuti ad eccessi - o alle insufficienze - correnti della domanda di beni e servizi in rapporto alla capacità di produzione del paese in causa » 9 • Allora, le cause strutturali degli squilibri, se non vengono rimosse, si ripresentano, ed ogni volta con una più limitata capacità di adattamento dell'economia del paese interessato. Ad esempio, una svalutazione della moneta di un paese in deficit se anche riesce a sanare quest'ultimo nel breve periodo non impedirà che esso si ricrei se non si rimuovono le cause dello squilibrio fondamentale fra domanda ed offerta interne. Proprio per questo l'azione sulle cause degli squilibri non può articolarsi soltanto con gli strumenti valutari, ed ancor meno questi strumenti sono sufficienti quando si ha a che fare con squilibri interregionali, esistenti cioè in un'area che vuole integrarsi economicamente; occorre, evidentemente, concretare delle terapie capaci di attivare un'ampia gamma di strumenti di politica economica, tutti riconducibili, però, ad un disegno unitario. Terapie uguali per situazioni diverse producono imrnancabilmente effetti divergenti, mentre occorre individuare quelle forme di intervento che, seppur divergenti, riescono a produrre effetti omogeneizzanti. A nostro avviso queste terapie vanno ricercate più nell'ambito delle politiche dei redditi che in quello della mera politica valutaria, perché occorre agire sui modi di formazione del reddito, sulla composizione della domanda globale, dal momento che, in ultima analisi, le vicende s Cfr. F. Masera, op. cit., p. 94. 9 Cfr. R. Triffin, Sur la création d'un Fonds Européen de réserves, in « Moneta e Credito», 1970, p. 30. 54 BibliotecaGino Bianco
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