Maurizio Mistri squilibri strutturali esistenti, ne aggraverebb_e il tren.d senza alcuna possibilità di invertirlo dal momento che sarebbe cumulativo. L'evoluzione di questo trend sarebbe, per l'appunto, costituito da quel tipo di squilibrio perverso che è ormai entrato di ,prepotenza nel novero dei soggetti più studiati dalla moderna scienza economica 5 • L'Europa comunitaria non costituisce certamente un'area valutaria ottimale dal momento che non è omogenea sul piano delle strutture economiche e che troppo diversi sono i tassi di crescita dei rispettivi paesi. Il risultato di una logica integrativa senza correttivi tra i paesi europei sarebbe l'accelerazione del processo, che è già in atto, di polarizzazione economica per la quale le risorse produttive, capitale e lavoro, si concentrano in poche zone ed in pochi settori produttivi, a meno di acconci correttivi che sono rintracciabili nell'ambito della politica economica nazionale, in quanto espressione di una concreta capacità potestativa. Allora, se è ben difficile, se non impossibile, verificare nella realtà l'esistenza di aree economicamente omogenee, e se in un ambito nazionale è la stessa politica economica dello stato a scontare tale inomogeneità con una serie di interventi differenziati, in un ambito sovrannazionale occorrerebbero strumenti di intervento, per l'appunto, di tipo sovrannazionale, capaci di modificare i flussi spontanei di reddito ed i tassi di formazione dei capitali, in modo da renderli funzionali all'obiettivo della crescita equilibrata dell'intera area. In assenza di una cotale politica improntata alla sovranazionalità delle decisioni economiche si rende estremamente pericolosa l'adesione ad un principio di sovrannazionalità monetaria di fatto, qual'è quello consistente nella determinazione di parità fisse tra i cambi, il cui mantenimento diverrebbe contraddittorio ad altri obiettivi, come non abbiamo mancato di rilevare. Orbene, se all'interno di un'area statuale esiste comunque una volontà capace di gerarchizzare gli obiettivi, all'interno di un'area economicamente integrata, ma priva di un potere politico sovrannazionale - qual'è oggi l'Europa comunitaria - l'unico strumento adottabile al fine di correggere gli squilibri geo-settoriali è costituito dalla manovra del tasso di cambio, se vogliamo guardare ai mezzi di impiego più immediato. Occorre, pertanto, evitare che scelte irreversibili di politica monetaria a livello internazionale favoriscano la crescita squilibrata di un intero sistema economico interessato ad un processo integrativo, e nel momento in cui l'integrazione avviene fra paesi certamente non omo5 Cfr. A. Emmanuel, L(l scambio ineguale, Einaudi, Torino, 1972; T. Balogh, Partenaires inégaux dans l'échange international, Dunod, Paris, 1971. 52 BibliotecaGino Bianco
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