Argomenti tesi paradossale, la negazione di principi ormai consolidati al punto da essere diventati dogmi, tra i quali campeggia il principio dell'integrazione economica di aree sempre più vaste. Ma tra il principio dell'integrazione economica e quello del rispetto di un fondamenta1e equilibrio strutturale tra le economie dei diversi stati interessati al processo integrativo non deve esistere contraddizione alcuna. Pertanto l'integrazione diventa una finalità alla quale debbono essere coerenti metodologie cooperazionali ben precise. In tal modo l'integrazione monetaria, che possiamo considerare una specificazione di quella economica in generale, diventa la finalità alla quale è strumentale l'individuazione di aree valutarie ottimali. L'integrazione quindi deve avvenire tra queste aree, che già sono omogenee al loro interno, e deve comportare la loro omogeneizzazione attraverso la progressjva riduzione delle loro differenze strutturali. Secondo la tipizzazione elaborata da McKinnon 4 un'area valutaria ottimale è un luogo geo-economico caratterizzato al suo interno dalla fissità dei cambi e dalla libera circolazione dei fattori e dei beni, per cui diventa abbastanza facile, e corretto, assimilare le caratteristiche di una simile area a quelle di un'area economicamente integrata, al punto da poter giungere ad una loro completa identificazione, se non teorica almeno fattuale. Nello stesso modo in cui in un'area economicamente integrata, i prezzi, sia dei beni di consumo che dei fattori produttivi, tendono a livellarsi, data l'omogeneità dell'intera area, in una area valutaria ottimale il metro di misura dei valori, e cioè la moneta, è unico. Allora, dobbiamo chiederci, ragionando sui materiali offertici dal modello di integrazione economica comunitaria, se sia possibile ravvisare nella stessa area CEE un'area valutaria ottimale, pur con le qualificazioni che il caso empiricamente propone; in tale logica sarebbe possibile aderire senza riserve alla tesi che vuole per un'area valutaria ottimale un'unica politica monetaria, altrimenti non ce la sentiamo di condannare a priori la diversificazione delle politiche monetarie europee, almeno fino a quanq.o non si dimostri che tale diversificazione non nasca più dalla volontà politica che dalla necessità economica. In realtà, bisogna rendersi conto che l'attuale processo di integrazione economica europea avviene tra stati aventi diversi gradi di potenzialità economica e diversi tassi di crèscita, per cui l'introduzione di un sistema di cambi fissi - che è lo strumento di primo intervento capace di qualificare un'area valutaria ottimale -, facendo aggio sugli 4 Cfr. R. McKinnon, Optimum Currency Areas, m « American Economie Review », 1963, pp. 717-724. 51 BibliotecaGino Bianco
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