Antonino de Arcangelis Né è il caso di soffermarci ·sulle diete per le età successive. Basterà riferire che per lattanti fra 4° e 6° mese, viene proposta, come pasto centrale della giornata, alle ore 12, una crosta di pane di 15-20 grammi, cotta in acqua e condita con 5 grammi di olio, 5 grammi di formaggio grattugiato (imprecisato) e sale, e seguita da due cucchiai di succo o polpa di frutta (anch'essa imprecisata). Un pasto che documenta, da solo l'assoluta incompetenza dietologica degli autori e dei redattori della rivista ufficiale dell'O.N.M.I. Preferiamo infatti escludere l'eventualità che alcuni medici abbiano accettato di avanzare o sottoscrivere proposte irrazionali per avallare una assurda politica di risparmio in un settore che assolutamente non lo consente. Un documento di incompetenza dunque, che avremmo trascurato se non avessimo fondate preoccupazioni sulla sua applicazione in corso, e se non rappresentasse oggi una fonte ufficiale di informazione per gli organismi regionali che devono dare sviluppo alla legge sugli Asili-Nido. verosimile il suggerimento del prodotto naturale, senza trattamento preventivo, poiché esso non offre mai complete garanzie. Ma è possibile che un amministratore del servizio possa ritenersi, dal testo, autorizzato a farlo, con gravi rischi per i bambini, anche dal punto di vista batteriologico. A parte tale premessa, il latte vaccino è oramai considerato inadatto al corretto sviluppo del lattante per una sedie di motivi che si possono leggere in qualsiasi testo serio di pediatria o di puericultura. La Pédiatrie di Debré-Lelong (1955) sintetizza i difetti del latte vaccino nei seguenti punti: 1) ricchezza in proteine, ma ricchezza in caseina e povertà in albumine solubili; 2) qualità particolare dei grassi con abbondanza dell'acido palmitico, stearico e butirrico, e povertà di acido oleico ed acidi grassi insaturi di ruolo «indispensabile» sulla crescita; 3) qualità scadente del lattosio; 4) eccesso di sali minerali, calcio soprattutto, che viene però in gran parte eliminato, malgrado sia il più necessario; 5) notevole povertà di ferro e di vitamine C e D. Il giudizio conclude ricordando che gli squilibri fra i diversi elementi nutritivi « expliquent les troubles nutritifs provoqués par l'allaitement artificiel exclusif et prolongé au lait de vache, surtout si celui-ci est donné en trop grande abondance ». La diluizione e l'aggiunta di zucchero riducono appena in parte i gravi inconvenienti del ricorso a questo tipo di alimento, inconvenienti che peraltro sono all'origine del crescente sviluppo dell'industria del latte in polvere, ottenuto dal latte vaccino con profonde, radicali trasformazioni ed integrazioni. Del resto che al latte vaccino debba essere preferito il latte in polvere è comprovato dalla distribuzione gratuita di quest'ultimo da parte della stessa O.N.M.I. ai non abbienti, fino a qualche anno addietro. e) Lo zucchero, consigliato come aggiunta, è il carboidrato meno adatto in quanto può provocare dispepsie. d) Il succo di agrumi non viene definito nella qualità e nella quantità: la somministrazione di vitamina C che ne deriva non può quindi essere valutata nel suo livello di sufficienza. e) La somministrazione di vitamine è limitata a due soltanto (A e D) rispetto alle più numerose di cui necessita il lattante. In particolare, la vitamina Bi, di importanza fondamentale per lo sviluppo, essendo termolabile, viene praticamente distrutta nel latte vaccino durante il trattamento con calore, e quindi la razione consigliata deve ritenersi deficitaria se venisse utilizzato latte in quel modo trattato. In caso contrario, il ricorso a latte non trattato, risulta pericoloso per altri complessi motivi, peraltro ben noti a tutti. 44 BibliotecaGino Bianco
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