Autori vari pitali a causa di una legislazione che le svantaggia,_ si comprende facilmente, secondo il Governatore, come mai le imprese pubbliche siano in gran parte responsabili della crisi del nostro sistema economico. Di fronte a una diagnosi di questo tipo non si può fare a meno di avanzare alcune obbiezioni. Sul fatto che l'hnpresa pubblica, sotto la spinta delle forze più retrive del settore privato, abbia spesso finito col rilevare e mantenere in vita imprese inefficienti, si può essere tutti d'accordo, Ma che essa sia riuscita a contaminare tutto il settore privato non si può veramente sostenere. Quanto meno, ci si trova di fronte a una tesi opposta a quella del Governatore, secondo cui è stata proprio l'impresa pubblica ad assorbire la logica dell'impresa privata, adeguandosi completamente alle sue scelte e divenendone il perfetto complemento in termini di investimenti nei settori di sostegno alle sue attività. Nel pensiero del Governatore il settore pubblico è, comunque, responsabile anche di altre difficoltà in cui si dibatte l'impresa privata. Esso è venuto meno ai compiti di sua più diretta pertinenza, « dalla tutela dell'ambiente all'istruzione, dalla preparazione professionale all'assistenza e ad altri fondamentali servizi sociali ». In tal modo, ha determinato l'inasprirsi delle lotte sindacali che, al di là dei tradizionali obiettivi di miglioramenti nei salari e nelle condizioni di lavoro, hanno preso ad oggetto le stesse condizioni di vita dei lavoratori al di fuori delle fabbriche. La crisi che si apriva di conseguenza a partire dal 1970 era di dimensioni tali da intaccare profondamente la - struttura delle imprese sotto il profilo economico, finanziario e organizzativo. A causa della caduta massiccia dei profitti l'attività di investimento si fermava nelle imprese minori e si indirizzava verso la ristrutturazione interna nelle imprese maggiori, con l'obiettivo evidente di risparmiare l'impiego di lavoro. Le cifre relative all'eliminazione di impianti divenuti economicamente obsoleti sono. particolarmente indicative: 100 miliardi nel 1969, il doppio nel 1970, il triplo nel 1971. Questa parte delle considerazioni del Governatore non richiede un ulteriore commento proprio perché ribadisce tesi già sostenute e discusse in passato 1 • Essa tuttavia, fornisce il quadro d'insieme entro il quale trova finalmente la sua collocazione quel tale processo di svalutazione della lira di cui nella prima parte di questa nota ci siamo sforzati· di individuare le effettive componenti. La svalutazione fornisce, infatti, un ottimo mezzo per ricostituire i profitti aziendali di cui si la1 Cfr., ad esempio, una nota precedente pubblicata su questa rivista: Autori vari, Il disegno di Carli, « Nord e Sud», luglio-agosto 1972. 36 BibliotecaGino Bianco
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