Autori vari tacco alla lira era di natura meramente speculativa ed esigeva un adeguato comportamento da parte della Banca d'Italia. Viceversa, gli interventi della Banca d'Italia non facevano altro che alirnentare la speculazione, forse perché non essendo risolutivi servivano a convalidare l'idea che la lira fosse in pericolo e che la speculazione sarebbe riuscita prima o poi a farla cadere. In effetti, nella situazione in cui si era finiti solo un intervento risolutivo poteva mettere a posto le cose. Si potrebbe pensare che la fluttuazione della lira a cui si arrivò nel febbraio scorso rappresentasse appunto quell'intervento risolutivo di cui c'era bisogno, e così almeno vorrebbe far credere il Governatore. Nelle sue parole: « Il mantenimento del vecchio livello avrebbe prodotto perdite di riserve di entità maggiore. A quelle perdite sarebbe seguita la necessità di assumere per effetto di costrizione la decisione della svalutazione, senza disporre di riserve sufficienti per contenerne l'ampiezza ». Gli eventi successivi alla lettura dì queste parole, che hanno visto la grave caduta della lira nel giugno 1973, smentiscono la tesi del Governatore. In effetti, il modo in cui la fluttuazione della lira è stata gestita, e cioè perdita graduale di valore piuttosto che fluttuazione effettiva intorno a una nuova parità, continuava ad alimentare la speculazione e conduceva a una caduta senza precedenti della nostra moneta. Una svalutazione moderata e la difesa effettiva della nuova parità, probabilmente anche rimanendo nell'ambito degli accordi comunitari, avrebbero recato danni assai minori. Perché· non è stata scelta questa soluzione? Una risposta pos·sibile è che la Banca d'Italia abbia compiuto un vero e proprio errore tecnico; abbia creduto, cioè di potere mantenere entro limiti accettabili la svalutazione della lira gestendo la fluttuazione come ha fatto. Ma i caratteri di « efficienza » da tutti attribuiti all'organo monetario inducono a scartare questa ipotesi. Un'altra risposta possibile, adombrata nelle tesi successive sviluppate dal Governatore nelle considerazioni finali, è che sia venuto a mancare all'autorità monetaria il necessario supporto di altri settori dell'amministrazione pubblica, in concerto coi quali la fluttuazione era stata concepita e avrebbe dovuto essere gestita. Tuttavia, il carattere puramente speculativo della crisi della lira induce a ritenere la Banca d'Italia il principale responsabile di quanto è accaduto. Non resta che concludere che una svalutazione di dimensioni notevoli era, in realtà, il fine ultimo dell'autorità monetaria e che ad essa si voleva arrivare gradualmente, sia per dare tempo ai contratti di lavoro di esaurirsi prima che la svalutazione andasse in porto, sia per 34 · BibliotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==