Le giustificazioni di Carli Tuttavia, la mancata partecipazione alla fluttuazione congiunta della Comunità non rappresenta la decisione più grave presa dal Governatore durante l'anno trascorso. Vero è che l'ideale europeo esercita: un fascino particolare nel nostro paese. Ma di fronte a una svalutazione di fatto della nostra moneta di dimensioni così rilevanti, il problema europeo merita forse di passare in secondo piano. In relazione al problema della svalutazione della lira, il discorso del Governotore si fa assaia meno lineare e ineccepibile. Dedicando molte pagine e dettagli tecnici all'argomento, egli si sforza di dimostrare che alla svalutazione di fatto della lira si è arrivati « in presenza di interventi difensivi delle autorità monetarie sul mercato», ciò che « esclude l'esistenza di un loro proposito di forzare il suo deterioramento». Le argomentazioni del Governatore, tuttavia, non sono molto convincenti. Indubbiamente, a partire dalla fine del giugno 1972 fino alla decisione ultima della fluttuazione del febbraio 1973, le autorità monetarie hanno preso numerosi provvedimenti: dalla sospensione dell'accreditamento nei conti capitale delle banconote italiane rimesse dall'estero, alla istituzione del doppio mercato dei cambi. Nello stesso periodo la perdita di riserve è stata considerevole. La Banca d'Italia è, infatti, intervenuta a sostegno della lira mediante cessioni di valuta per un importo di 2.824 miliardi di lire, che aggiunte alle cessioni dell'Ufficio italiano dei cambi portano a un totale di 3.024 miliardi. In assenza di prestiti e supponendo un utilizzo prioritario delle valute convertibili, questi interventi avrebbero ridotto le nostre riserve in oro da 2.208 miliardi a 764. Ciò non è accaduto grazie a un complesso di operazioni che hanno consentito di contenere la variazione negativa della posi, zione netta sull'estero della Banca d'Italia e dell'Ufficio italiano dei cambi a 671 miliardi, cui va aggiunto un aumento dellindebitamento netto delle banche verso l'estero di 145 miliardi. Quello che non appare chiaro e che non si potrà mai spiegare, ~e non ricorrendo all'ipotesi di una precisa volontà di svalutare, è come mai si siano create delle pressioni così forti a carico della lira. Il Governatore stesso ammette che all'inizio del giugno 1972, in concomitanza con la crisi della sterlina, la situazione delle riserve e della bi- · lancia dei pagamenti dell'Italia si presentava sufficientemente solida. Eppure risalgono a quell'epoca le prime voci di svalutazione della lira e i primi attacchi speculativi contro la nostra moneta. Non sembra che le « aspettative di ulteriori aumenti dei costi e dei prezzi» che secondo_ il Governatore stavano all'origine di quelle voci possano spiegare efficacemente il fenomeno. In ogni caso, l'at33 BibliotecaGino Bianco
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