Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

Giornale a più voci teri di un'economia di mercato in lenta ma costante evoluzione. Cosicché, una volta accertata tale indubbia vocazione, gli enti istituzionalmente preposti al settore, ed in primo luogo l'Ente Provinciale per il Turis1no, si preoccuparono che ad una prima fase, di sviluppo delle attrezzature ricettive fondamentali, ne seguisse una seconda, di potenziamento delle attrezzature di supporto, e di tutela e valorizzazione nei confronti della vera e propria « materia prima» turistica: che è essenzialmente costituita da un qualcosa di non precisamente definibile, come il richiamo dei luoghi, ma che, tutto sommato, può in larga approssimazione riportarsi a beni effettivamente godibili come sole, mare, monti e aria aperta. Ma, venendo a parlare di bellezze naturali, non si può prescindere dal fondamentale problema della tutela del territorio e dell'armonico sviluppo dei centri in espansione, che di quei beni costituiscono appunto l'elemento essenziale. Di giorno in giorno sono infatti in Italia innumerevoli gli attentati irragionevolmente condotti contro le strutture degli antichi centri, contro l'ordinato sviluppo di quelli in espansione, contro il verde, contro il patrimonio faunistico terrestre e acquatico, contro l'ambiente naturale nena sua più vasta accezione. Essendo questi pericoli anche per la provincia di Teramo immediati e reali, soprattutto nelle zone costiere a più rapida espansione e contemporaneamente a più larga suscettività turistica, l'E.P.T., dopo aver seguito con viva (e combattuta) partecipazione l'attività della Commissione Provinciale per la tutela delle Bellezze Naturali, al fine di poter inserire nell'elenco nazionale delle zone da tutelare la fascia costiera di più immediato interesse e le pendici nord-orientali del Gran Sasso d'Italia, cominciò a preoccuparsi che a questa prima operazione, di tutela negativa - per così dire -, facesse seguito la stesura dei piani paesistici da parte della Soprintendenza ai Monumenti e Gallerie, così come previsto dalla legge del '39. Ma ciò, nonostante i ripetuti solleciti, e nonostante che la Cassa per il Mezzogiorno si fosse subito dichiarata disposta ad accollarsene l'onere, non si è potuto finora ancora ott_enere. Eppure è da considerare che, nella situazione attuale, solo la stesura dei piani paesistici può rappresentare un utile strumento di operante attività, soprattutto nel settore turistico, ove, per la godibilità piena e razionale delle risorse disponibili, è essenziale una pianificazione a largo raggio, a livello intercomunale e comprens~riale, superando gli stretti limiti locali e considerando sempre più ampi tratti di territorio in una visione unitaria e completa. Oltre a ciò, tale esigenza deriva dalla constatata impossibilità, più volte verificata in sede locale, di coordinare i singoli piani regolatori o programmi di fabbricazione in una prospettiva d'assieme: ogni tentativo in tal senso è andato frustrato dal pervicace isolazionismo e dalla ristrettezza di vedute dei singoli amministratori e delle _singole popolazioni. Da qui la necessità di uno strumento che a più alto livello operi delle scelte e imponga delle soluzioni, in vista soprattuttq della tendenza ad una prospettiva turistica ormai chiaramente .indirizzata verso tipologie di massa. Il cosiddetto « turismo di massa», infatti, presenta necessità di razionale espansione in 25 BibliotecaGino Bianco

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