Il 25 luglio all'ambasciata germanica, ma per chiedere protezione. Ma è anche vero che, impotenti ad agire all'indomani del 25 luglio, le autorità germaniche, politiche e militari, non si limitarono a rimuginare sui motivi per cui Mussolini, « tradito » dai gerarchi e raggiunto dalla «vendetta» del re, era caduto. Non avevano nessuna fiducia in Badoglio, né credettero alla validità effettiva della locuzione famosa, « la guerra continua», che tuttavia tante proteste suscitò tra gli antifascisti. I gerarchi guidati da Grandi, i militari, la Real Casa, ecco i protagonisti maggiori della complessa matassa del 25 luglio che si dimostrò, è stato detto, un incontro tra più congiure. In quella operazione al vertice, l'antifascismo militante quasi non appare. Operava in altri settori. Ma a Roma i contatti attorno a Bonomi non erano mancati e poi, durante i 45 giorni badogliani, con Bonomi si riunirono ancora De Gasperi, Giorgio Amendola, La Malfa, Buozzi, Salvatorelli, Ruini ed altri esponenti politici, mentre il Mondo, di cui all'indomani del colpo di Stato uscì un numero praticamente alla macchia, diceva per tutti gli italiani: « Viva l'Italia libera! ». GINO PALLOTTA 21 BibliotecaGino Bianco
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