Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

, Il 25 luglio detto il re poche ore prima, battendogli (particolare non insignificante) una mano sulla spalla - son tempi bructi per lei. Ma sappia che lei ha un amico in me, un vero amico. E se, per assurda ipotesi, tutti dovessero abbandonarla, io sarei l'ultimo a farlo ... ». Parola più, parola meno, è confermato che Mussolini contava ciecamente sull'appoggio del monarca che non gli avrebbe negato, in extremis, una ciambella di salvataggio. E a Farinacci non restava, forse, che dar conto di tale certezza a Von Mackensen con il quale aveva -studiato anche il problema, più specifico e perfido, del passaggio dei poteri militari da Mussolini al Comando germanico, tagliando fuori Vittorio Emanuele, l'art. 5 dello Statuto, il « ripristino » dei poteri costituzionali, ecc. Per la Real Casa agivano invece, intensamente, alcuni ambienti militari, cioè quei generali i quali puntavano su una pace separata e ritenevano urgente sbarazzarsi di Mussolini: specialmente ora che, ad invasione avvenuta della Sicilia, la guerra andava, almeno per l'Italia, ad uno sbocco obbligato. Prima e dopo lo squallido incontro di Feltre tra Hitler e Mussolini e i capi militari (dove s'era mostrato in disaccordo, per la condotta della guerra, con i feldmarescialli tedeschi) il capo di stato maggiore, Ambrosia, aveva cercato di mettere Mussolini di fronte alla gravità effettiva della situazione. Almeno per alcuni aspetti, Ambrosia è un altro dei protagonisti della cospirazione: s'intese bene, pare, con Badoglio e con il generale Castellano che, di lì a poco tempo, avrebbe firmato l'armistizio di Cassibile. Dietro i militari c'era il grande regista, il Duca Acquarone. Attraverso l'ex presidente del Consiglio, Ivanoe Bonomi, con lo stesso Acquarone giungevano ad avere contatti quegli esponenti dell'antifascismo che erano soliti riunirsi in casa Bonomi o in casa Spataro. Bonomi sperò nel «placet» del re per un Ministero politico guidato da Badoglio: una formazione ministeriale che separasse subito l'Italia dalla Germania nazista. In altri termini, l'anziano ma ancora valido uomo politico (destinato, peraltro, a succedere a Badoglio - in quanto presidente del Cln - nella leadership governativa) nei giorni che precedettero il 25 luglio proponeva un Ministero apertamente antifascista, con la partecipazione delle varie correnti politiche e pronto a rompere con i nazisti. Ma la Real Casa era orientata per un Ministero di funzionari attorno alla figura ·di un soldato; e, _quanto alla Germania, lo « sganciamento » sarebbe avvenuto per gradi. Comunque, con Bonomi il re non fece trapelare quali fossero i suoi propositi: si mostrò impe17 BibliotecaGino Bianco

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