Il 25 luglio a oltranza. 4) Nel quadro del ripristino dei poteri della Corona, la formazione di un governo guidato da Grandi o da Federzoni. Non mancano versioni secondo cui Grandi aveva proposto al re· un Ministero Caviglia del quale avrebbero dovuto far parte alcune personalità cattoliche nonché parlamentari del periodo pre-fascista. Quindi la nomina di Badoglio, che rientrava nei piano elaborati dal re, colse di contropiede anche i più avveduti tra i gerarchi che, si sa, nutrivano vecchi rancori verso il maresciallo piemontese il quale, ai loro occhi, appariva altrettanto compromesso con le responsabilità del fascismo. Paolo Monelli (Roma 1943), Vaussard, G. Bianchi, Ivanoe Bonomi, le interviste di Montanelli, di Bertoldi e di altri giornalisti, memorie, rievocazioni e studi d' autori diversi (Guarigla, Dolfin, C. Rossi, Deanin, Salvatorelli, Tamaro, Galbiati, Dolfin, Bottai e altri ancora): volumi e documenti sul 25 luglio basterebbero, da soli, per riempire una biblioteca. Alcuni dati, fra tante versioni, appaiono certi: anzitutto i congiurati, che s'erano dati appuntamento al Gran Consiglio, riponevano la loro fiducia nella Corona. Benché appaia una singolare coincidenza, per salvarsi dopo il voto del Gran Consiglio anche Mussolini riponeva le sue ultime speranze proprio sul re. È vero, inoltre, che Grandi informò Mussolini sul proposito di presentare l'ordine del giorno praticamente di sfiducia. Un documento che, parlando con il segretario del PNF, Scorza, prima della riunione, Mussolini ebbe a definire inammissibile e vile. Vale a dire, il dittatore non giunse impreparato alla seduta del Gran Consiglio. Resta ancora da chiarire perché non tentò una contromanovra. Eccesso di fiducia, leggerezza o fatalismo? Continuava ad illudersi, dissero alcuni tenendo presenti anche i colloqui telefonici nei quali prometteva vittorie e promozioni ai comandantj militari in Sicilia; rinuncia, disarmo psicologico, crollo morale, ritengono altri. Comunque fossero andate le cose, il « Duce » era certo che il re non l'avrebbe abbandonato. Faceva assegnamento sulle compromissioni tra fascismo e monarchia che Vittorio Ema~ nuele non poteva ignorare; contava, forse, sulla riconoscenza del ·re a cui aveva dato regni e imperi. Per la cospirazione dei gerarchi si può notare che c'era stata una «incubazione» nelle settimane precedenti la riunione del Gran Consiglio. ·Non si trattò solo di vociferazioni. A mano a mano che sul fronte si subivan9 batoste, si diffondeva la tendenza ad abbandonare la nave in pericolo. Venne così a determinarsi il clima psi15 BibliotecaGino Bianco
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