Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

Gino Pallotta della sequenza. E, naturalmente, quanto accadde non è spiegabile se non si tiene conto della situazione militare, ormai ad una svolta decisiva perché, ad una serie di rovesci di per sé già praticamente irreparabili, s'era aggiunto lo sbarco degli Alleati in Sicilia. Appena pochi giorni prima, Mussolini aveva pronunciato il ridicolo discorso del bagnasciuga. « Bisogna - aveva detto - che non appena il nemico tenterà di sbarcare, sia congelato su quella linea che i marinai chiamano del bagnasciuga, la linea della sabbia dove l'acqua finisce e comincia la terra ». Viceversa il 10 luglio ebbe inizio (ed apparve subito, ai più consapevoli, irresistibile) lo sbarco degli Alleati, con la VII armata di Patton e l'VIII di Montgomery. Mussolini fu tra i pochi a non rendersi conto, almeno a quel punto, che la guerra era davvero perduta. A distanza di trent'anni, gli avvenimenti che risalgono alla vicenda centrale del 25 luglio appaiono contrassegnati da significati politici i quali spiegano non solo l'atto quasi notarile, si potrebbe dire, del crollo d'una dittatura ma anche eventi successivi che, in un breve volgere di tempo, portarono al tramonto della monarchia. Il popolo esultò nelle strade dei grandi e dei piccoli centri all'annuncio della caduta del dittatore, era la fine di un incubo. Ma sul piano politico immediato la defenestrazione di Mussolini veniva a restituire anche una « chance » alla monarchia, una carta che invece fu sciupata per sempre con la fuga di Pescara ed altri avvenimenti che costituirono un definitivo distacco tra l'istituzione dinastica e il popolo. D'altronde, già da alcune sequenze-chiave del 25 luglio, si delineava l'ambiguità del re, per quanto astuta possa apparire la sua tattica nel gioco che portò alla eliminazione del1' ormai disfatto « Duce » del fascismo. E i gerarchi? Dinanzi alle sconfitte militari e alla dissoluzione del fronte interno, tra loro si faceva strada l'idea di offrire al re la testa di Mussolini, anche se alcuni avrebbero voluto circoscrivere l'operazione nell'àmbito d'una rinuncia soltanto al comando militare. In sintesi, si può osservare che tra i gerarchi del Gran Consiglio si enucleavano questi orientamenti: 1) Restituzione dei poteri militari al re. Mussolini avrebbe rinunciato alla « doppia greca» sul berretto, ma sarebbe rimasto capo del governo. Una variante di questo progetto era quella di togliere i poteri militari a l\iussolini per trasferirli, di fatto, al Comando nazista. 2) Ripristino dei poteri della Corona, poteri non solo militari ma anche politici. Una specie, si disse, di « ritorno allo Statuto ». 3) Riordinamento degli organi di governo fascisti, difesa del regime e guerra 14 BibliotecaGino Bianco

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