La nuova destra nel Mezzogiorno dimostrano, di sfruttare stati d'animo di protesta e disperazione per porsi come alternativa di sovvertimento. I suoi nuovi quadri, attivi e spregiudicati, sono il più delle volte usciti proprio ·dalle masse di studenti disoccupati, di piccoli borghesi scontenti, da tutto quel ceto che non ha e non vede prospettive in una situazione di disgregazione sociale e di crisi econo1nica come quella attuale. Mentre si diffondevano i mitj del benessere, del consumismo, della società occidentale, e su questi miti cominciava a soffiare l'irrazionale· ventata della contestazione, nel Mezzogiorno, che è storicamente la parte più debole e più arretrata della nostra società, il divario tra questi « miti » e la realtà è apparso sempre più vasto, drammatico e irridente. Restava la contestazione, non quella che avrebbe voluto « proletari e studenti uniti nella lotta » sotto bandiere mai abbastanza rosse, ma quella che vedeva accon1unati i mancati colletti azzurri (si pensi al1a crisi dell'industrializzazione) e i mancati colletti bianchi (laureati, ragionieri, geometri e quanti altri non riescono a trovare adeguati sbocchi lavorativi) di Pescara, L'Aquila, Reggio Calabria in una odiosa escalation fascista. La nuova destra ha saputo trasformare in ostilità quella sfiducia verso lo Stato democratico cui il malgoverno di questi ultimi anni aveva fornito troppi e troppo significativi pretesti. « Per risolvere il problema del Sud occorre anzitutto un ricambio di questa classe politica e imprenditoriale, un'opera di pulizia generale », ha dichiarato a Reggio Calabria Manlio Rossi Daria alla terza assemblea della Lega per le autonomie e i poteri locali. Ed ha aggiunto con rabbia: « sarebbe necessario che tutti gli emigrati meridionali tornassero a casa e prendessero a calci chi ha accettato, o subito, questa situazione. Poi si potrà far rinascere il l\tlezzogiorno ». Nelle parole di Rossi Doria vi è tutta l'amarezza del meridionalismo democratico, che proprio dalle forze democratiche si è sentito più crudamente tradito: comportamenti politici e n1etodi amministrativi che si ritenevano peculiari delle destre e soltanto delle destre hanno trovato continuatori ed imitatori a sinistra. Sono all'interno, non più all'esterno, dello schieramento democratico coloro che, come scriveva « L'Espresso », « pur mostrando di condividere le diagnosi di Rossi Doria, non sanno o non possono o non vogliono dividere le proprie responsabilità da quelle dei centri di potere più compromessi con le mafie, le camorre e i clientelismi che tengono il Sud nelle attuali condizioni ·di arretratezza e di sfruttamento. Applaudire il discorso di Rossi Doria a Reggio non serve a niente 11 BibliotecaGino Bianco
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