Caterina De Caprio rio-espressiva. Sorprende meno, allora, siamo portati a dire oggi, l'impostaz-kme genuinamente autobio-- grafica, scopertamente realistica della rinnovata pagina di Calvino che, se per l'aspetto formale appare in ritardo rispetto ai tempi, rispecchia invece la contemporanea dissoluzione dei vecchi miti politici, rivela l'ansia di mostrare e liquidare un passato di mistificazioni e di insufficienze. Si direbbe che il narratore annunci un nuovo momento per fare i conti con la storia e per eliminare le ambiguità del passato; per ripartire da zero (e non è questo il tempo in cui si teorizza il grado zero della scrittura?) e nella propria esperienza di intellettuale e di uomo ( e non è evidente nella prefazione alla nuova edizione del Sentiero dei nidi di ragno il rimpianto per aver sciupato alla prima occasione « quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita », nell'essersi definito una volta per tutte, « mentre tu in realtà sei ancora lontano dall'esser definito » ?) 28. Non è un caso che nella giornata di uno scrutatore la coerenza e il rigore intellettuale di Amerigo Ormea siano messi alla· prova da una realtà il cui significato sfugge, quella 2 ppun to della sofferenza fisica cui parte dell'umanità è condannato e che non è facile ignorare. Vengono così reinvestiti problemi centrali in un dibattito tra cultura cattolica e razionalismo marxista 29 e si rende evidente l'intenzione dell'autore di aprirsi ancora al negativo, di battersi per una cultura che impegni totalmente ,l'uomo, non favorendone l'evasione ma prendendo coscienza anche di quell'elemento non razionalizzabile, eppur sempre riferito all'umano: la morte, la malattia 30 • Attraverso i dubbi di Amerigo è evidente infatti Vintenzione di din1ostrare l'insufficienza del filtro politico per spiegare la complessità umana. Spesso senza risposta rimangono i suoi interrogativi quando egli considera che l'uomo può esser ·sia creatura ·cosciente e dotata di bellezza che materia defornie, carne malata, senza che nessuno possa farci niente, o possa eliminare il rischio che tutti corriamo e che determina la nostra realtà di vita. E i limiti del reale sono addirittura confusi sicché, alla fine della Giornata, Amerigo non può più parlare di brutto in opposizione al bello, né di deforme contro perfetto; ma di un rapporto di continuità a tal punto da scorgere nella bellezza 2 8 La prefazione fu pubblicata per la prima volta nel 1964; si rilegga ora in op. cit., pp. 7-24. 29 Il problema si presentò attuale, nella su.a complessità, già nel 1955, in seguito alle polemiche nate intorno a La strada di F. Fellini; e divenne spesso, anche a sinistra, pretesto per un discorso politico più consapevole dei limiti dell'umano, qua·ndo non addirittura spunto polemico. Si confronti in proposito la conclusione cui giungeva F. Fortini nell'articolo La morte nella storia (in Dieci inverni, Bari 1973, pp. 242-246). « Essi proclamano ateismo quello che è solo empietà. Chiamando Dio col nome di futuro (qui Camus ha ragione), non dando un luogo al passato credono, nei loro eroi, di aver vinto il vecchio drago religioso della morte. Ma il vero eroe sa cos'è il negativo; Lenin, che odia la sofferenza, sa cos'è le sofferenza». 30 L'esplicita teorizzazione calviniana della « coscienza del negativo » si trova nel già citato Midollo del Leone. 126 BibliotecaGino Bianco
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