Letteratura campagna nella città lineare di Soria o a quelli di Le Corbusier che mirano a realizzare una perfetta armonia tra l'uomo e l'ambiente 25 , per comprendere come le degradazione urbana possa essere per il nostro autore non uno dei tanto segni di società in crisi, ma il « segno per eccellenza», il più grosso problema della storia rimasto irrisolto. Così, ancora, nella Nuvola di smog (1958) il male, l'elemento negativo che l'uon10 deve saper riconoscere si identjfica nella presenza ossessiva del fumo .delle industrie che contamina ogni immagine di bellezza. L'inattingibilità della natura si ripropone anche nella dimensione della favola che non è pretesto per risolvere le contraddizioni della storia in un più o meno lontano passato (come invece avveniva nel ciclo degli antenati); ma diventa occasione per fissare al presente l'impossibilità oggettiva per l'uomo di essere se stesso, e quindi la delusione sistematica delle aspettative. E infatti nella contraddizione tra libertà e necessità vive Marcovaldo di cui Calvino narra le avventure, o meglio le quotidiane sconfitte 26. · Egli sembra l'ultimo sopravvissuto cli una antica stirpe di uomini, si aggira per le vie anonime che non gli appartengono, sogna i boschi lontani e vede « Il cortile df sempre, i grigi muri, le casse del magazzino, le cose di tutti i giorni spigolose e. ostili ». L'innocenza con cui egli patisce la realtà può certo far pensare a Charlot, simbolo della stupita ingenuità nel mondo delle macchine. Ma nell'universo cittadino ài Marcovaldo non esiste più spazio per una « virtù umana » e se nella leggenda cinematografica, l'aria sorniona, il sorriso potevano ancora vincere la prepotenza e sconfiggere con l'amore l'ostilità, al più moderno personaggio è risultato soltanto il ruolo della vittima. E la pagina acquista spesso il tono elegiaco nel rimpianto di un felice rapporto con un mondo oramai perduto. Si tratta certamente del ·segno di una sconfitta della ragione entro la storia, e non è il solo. Infatti la tematica della città ritorna ancora in chiave del tutto diversa con La giornata di uno scrutatore 27 dove comunque è la città entro la città, quella nascosta e priva di bellezza dei malati del Cottolengo. Il romanzo è pubblicato nel '63, nel periodo in cui stanno per divenire più polemici i movimenti di dissenso giovanile e, tra fughe utopistiche e anarchismo politico, si viene delineando il chiaro rifiuto di una società di integrazione: fra l'altro, nella scoperta della <,. menzogna della letteratura» i protagonisti della neo-avanguardia in Italia bruciano al fuoco dell'ideologia ogni passata esperienza lettera25 Senza dimenticare che anche su di un diverso versante ideologico è ricomparso da tempo il mito della « città equilibrata», in cui Mumford indicava « la forma indigena di una nuova civiltà; post-capitalista, post-fascista, post-totalitaria» (L. Mumford, La cultura delle città, Milano 1954, ·p. 492). 26 I. Calvino, Marcovaldo ovvero le stagioni in città, Torino 1963. 27 I. Calvino, Le giornata di uno _scrutatore, Torino. 1963. Come testimonianza delle diverse, se non opposte, lettere che di questo breve romanzo allora furono fatte, si rileggano le recensioni di G. Ferrata su «Rinascita» (6 aprile 1963} e di M. Galdenzi su « Nord e Sud» (ottobre 1963). 125 BibliotecaGino Bianco
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