Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

Caterina De Caprio « - Viaggi per rivivere il tuo passato? - era a questo punto la domanda del Kan, che poteva esser formulata così: - Viaggi per ritrovare il tuo futuro? E la risposta di Marco: - L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà» 12. I limiti individuali nel conoscere e nell'agire individuale si ripropongono nella vita della collettività al cui interno maturano scelte, ideologie, progettazioni. La città, intesa come mito nella dimensione autobiografica (nodo e sintesi di memoria e desiderio), si identifica nella dimensione oggettiva della storia con il modello razionale che gli uomini costruiscono e desiderano reaUzzare contrapponendosi al disordine e al caos. Ma anche una forma di progettazione non più individuale si rivela a Calvino pur sempre come una scelta di per sé riduttiva e, come tale, preclusiva di un rapporto globale con la realtà e quindi destinata a trasformarsi nel tempo in fattore negativo. Così ad una demistificazione dell'antico platonismo (che è però connaturato nell'uomo) sembra rivolta la descrizione della città di Zora o di Marozia ove tutto è stato razionalisticamente predisposto :per la ·perfezione e dove tutto invece si connota negativamente in un presentimento di morte. « ... obbligata a restare immobile e uguale a se stessa per essere meglio ricordata, Zora languì, si disfece e scomparve. La terra l'ha dimenticata» 13. Le città ideali non sembrano, in conclusione, quelle ormai definite in una forma univoca; bensì quelle ancora in cerca di realizzazione: sono laddove esistono contraddizioni interne e si crea un rapporto dialettico di opposizioni. Si potrebbe dire anzi che Calvino voglia estendere agli organismi sociali la medesiina legge che governa l'esperienza della comunicazione, in cui fissità del codice e vitalità della parola sono termini antitetici (univocità-ambiguità), in continua lotta, e dove perciò ogni tentativo d'ordine può essere solo momentaneo 14 • Dall'estensione di simile premessa si giunge chiaramente. alla s,mentita di ogni fornia ideologica e perciò di ogni schema politico che pretenda di risolvere definitivamente tutti i bisogni e le aspirazioni umane: ma forse anche all'incremento di una nuova illusione, di una vera e propria evasione dalla storia non colta più 12 Op. cit., p. 35. In tal modo Calvino sembra avvicinarsi soprattutto alla poesia metafisica di Borges che giunge ad inserire nel racconto autobiografico anche ciò che non ha sperimentato; ma di cui sa o suppone l'esistenza. Così ad es. in Buenos Aires, in Elogio dell'ombra, Torino 1971, pp. 106-107. 13 Op. cit., pp. 23-24; e per Marozia, pp. 160-161.Quanto al carattere surrealistico delle città descritte da Calvino, si legga le recensione di P. P. Pasolini nel «Tempo», settim., Milano, del 26 gennaio 1973. 14 « Una nuova specie di dialogo si stabilì tra loro: le bianche mani del Gran Kan, cariche di anelli, rispondevano con movimenti composti a quelle agili e nodose del mercante. Col crescere di una intesa tra loro le mani presero ad assumere atteggiamenti stabili, che corrispondevano ognuno ad un movimento dell'animo nel loro alternarsi a ripetersi. E mentre il vocabolario delle cose si rinnovava con i campionari delle mercanzie, il repertorio dei commenti muti tendeva a chiudersi e a fissarsi» (op. cit., p. 46). 120 BibliotecaGino Bianco

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