Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

Luigi Conipagna bidello. L'attività di governo di molti ministri di sinistra D.C. come del P.S.I. nei passati governi si è ridotta soprattutto a questo ». È una diagnosi grave e sotto molti aspetti anche triste ma che si deve avere il coraggio di fare fino in fondo. « La classe politica, che ha gestito le passate esperienze del centro-sinistra, - dice ancora Matteucci - ha una cultura politica, da un lato, pre-industriale e, dall'altro, estremamente provinciale e anti-europea. Il Partito socialista non ha condotto nessun serio dibattito su quello che è avvenuto o sta avvenendo nei partiti socialisti europei (tedesco, inglese o francese) e si rinchiude nel proprio provincialismo meridionale, ridotto alla faida fra due notabili, sottilmente capaci nei Congressi di delineare grandi strategie di sinistra, ma del tutto imbelli a gestire una modernizzazione nelle loro regioni. La sola cosa importante è apparire di sinistra, non di « governare », e fra l'una cosa e l'altra è salvato lo spazio per il sottogoverno ». Era fatale che su questo terreno si inserisse, riprendendo fiato e vigore, l'offensiva della destra fascista, alla quale la cosiddetta base meridionale potrebbe fornire, oggi più di ieri, l'occasione e lo strumento in grado di sgretolare il tessuto unitario del paese e di minacciare le istituzioni democratiche. Le destre qualunquiste, monarchiche e folcloristiche di ieri erano forze di retroguardia che cercavano di difendersi dalla sfida dei partiti di massa e di contrastare lo Stato democratico per salvaguardar~ privilegi di gruppi che non avevano fatto in tempo o non avevano trovato conveniente collocarsi all'interno dei partiti « costituzionali »; ed erano, quindi, sulla difensiva, e destinate, come si era potuto constatare alle elezioni del 1963 e più ancora del 1968, al tramonto. Il neofascismo di oggi, invece, come si poteva leggere in un editoriale di « Settanta » dell'anno scorso, « è. sorto su un terreno diverso, quello dell'urbanesimo caotico e ancora ignoto nelle sue componenti sociali, un miscuglio di piccola borghesia di paese trapiantata nelle città, di sottoproletariato e di semioccupati che non hanno voluto emigrare al Nord o all'estero ma avevano sperato di trovare nelle città meridionali possibilità di lavoro e di benessere, rimanendo profondamente delusi ». La nuova destra, inquadrata dal M.S.I. che - giova ricordarlo - era in minoranza rispetto alle formazioni monarchiche, qualunquiste e anche liberali nel Mezzogiorno di dieci o venti anni fa, è perciò non sulla difensiva, ma all'attacco, contiene una carica di aggressività sociale rnolto forte ed è in grado, come molti episodi 10 BibliotecaGino Bianco

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