Nord e Sud - anno XX - n. 163 - luglio 1973

La provincia di Latina e l'industralizzazione del Mezzogiorno alla Provincia di Latina. Era il « fattore geografico », che - con gli anni 60 - cominciava a prevalere nell'apprezzamento degli imprenditori su tutte le altre positive condizioni offerte dalla Provincia e cominciava a creare il circolo vizioso: man mano che l'addensarsi di industrie nella zona settentrionale rendeva sature le linee di co1nunicazione verso Ro-- ma, le nuove iniziative si spostavano più a Nord per accorciare i tempi di percorrenza e determinavano una nuova congestione; e così via. Questo tipo di problema è stato, peraltro, immediatamente avvertito in sede locale ed ha costituito oggetto di attenti studi e di qualificate proposte. Non va dimenticato che, proprio per iniziativa della Camera di Commercio, la SVIMEZ ha steso - agli inizi degli anni '60 - il primo esauriente rapporto su di un sistema econon1ico provinciale (nel volume « L'industrializzazione della provincia di Latina ») e che nel febbraio del 1963 è stato tenuto a Latina - in occasione della presentazione di questo rapporto - un Convegno in cui il tema del ruolo e delle prospettive provinciali venne dibattuto con una partecipazione locale e c_on una maturità degne di considerazione ancor oggi, dopo dieci anni. In quella sede le prime 01nbre ed i rischi che gravavano sul processo di espansione economica, allora in piena dina1nica, vennero precisati chiaramente. L'aspirazione unanime che scaturì dal dibattito fu quella di trovare uno strumento, giuridicamente valido, capace di imporre un uso più organico e razionale del territorio provinciale da parte degli insediamenti produttivi; e, quindi, di favorire un modello di sviluppo integrato ed integrale dell'economia e della società locale. Su di un piano più generale, si cercava di spostare il baricentro del processo di espansione, dell'asse longitudinale Pomezia-Aprilia-Latina verso una direttrice trasversale attestata sul caposaldo del porto di Gaeta, proprio per creare una struttura di attrazione nel baricentro dell'« Area di sviluppo globale medio-tirrenica », in modo da correggere le tendenze centrifughe verso le metropoli di Roma e Napoli e da favorire le integrazioni verso il Sud del sistema laziale. Lo stato della legislazione in materia di assetto territoriale permise di individuare tale strumento giuridico solo nei « Consorzi per le Aree· di Sviluppo Industriale », previsti dalla lègge n. 634. Ed il riconoscimento di un'Area che - nella prima richiesta formulata proprio dalla Camera di Commercio - era prevista estesa a tutta la Provincia, in modo da coinvolgere le zone geograficamente meno favorite nel processo espansivo in atto. Il Cop.sorzio industriale non voleva essere (né aveva ragione di essere) un mezzo per attirare nuove industrie, ma doveva 111 BibliotecaGino Bianco

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