Giovanni Coda Nunziante 2. La relazione che segue si divide in due parti. Nella prima cercherò di elencare quali sono quelle situazioni e quei nodi che, a mio modo di vedere, condizionano le possibilità di fare della programmazione in Italia. Alcuni di questi nodi o situazioni è responsabilità di noi italiani di risolverli o superarli. Per essi è necessario trovare soluzioni o strade nostre. In altri casi si tratta invece di problemi che vanno al di là della nostra responsabilità, o che comunque difficilmente possiamo sperare di mutare almeno nel breve periodo. Anche di questi, tuttavia, bisogna tener conto nel formulare una politica di programmazione, e soprattutto bisogna aver presente la loro influenza sulla possibilità stessa di realizzare una tale politica. Là dove si riconoscesse l'impossibilità di mutare o influenzare alcune di queste situazioni, credo che una politica di programmazione realistica dovrebbe cercare di minimizzare gli svantaggi che da questa impossibilità potrebbero derivare al Paese. Mentre sarebbe poco costruttivo salvarsi l'anima con programmi bellissimi, sapendo poi che a causa di queste variabili esogene la possibilità di realizzarli sarebbe comunque scarsa. Dopo l'elenco delle situazioni e dei nodi che influenzano la possibilità di programmare, nell'ultima parte della relazione cercherò di fare un quadro di quello che succederà se non saremo capaci di trovare una soluzione a questi problemi. Il mio_ fine non è quello di fare il profesa, e forse il profeta di sventura, ma di mettere in chiaro quelli che potrebbero essere i risultati di una programmazione velleitaria come forse può essere definita per certi aspetti quella pensata fin qui. Penso che una tale conoscenza non può che aiutare a correggere certi errori di valutazione del passato. I nodi della programmazione: l'adatta1nento del sistema politico. Una prima considerazione deriva dalla definizione stessa che bisogna dare di una politica di programmazione. A questo proposito a me pare che ogni considerazione di compatibilità, efficienza, ecc., passa in secondo pi2no rispetto a quella che è la caratteristica principale della pr~grammazione; e cioè di essere una politica di indirizzo globale, ed una politica di lungo periodo. Presupposto della programmazione è perciò la presenza di una iniziativa politica sempre attenta a prevenire i problemi, o almeno ad affrontarli ternpestivamente quando essi si presentano. Se questo è vero, e penso che sia vero, si vede subito come la 92 BibliotecaGino Bianco
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