Autori vari addettti industriali su 100 abitanti. Si tratta di un risultato che solo superficialmente può essere giudicato positivo. Esso emerge, infatti, in seguito al massiccio esodo di popolazione che ha interessato nel decennio scorso le regioni meridionali, per cui l'accrescimento demografico netto è stato relativamente più debole dell'espasione industriale. Nello stesso periodo, nelle regioni centro-settentrionali, l'indice di industrializzazione è passato da 14,8 a 15,7 addetti all'industria per 100 abitanti, nonostante che la popolazione in queste regioni sia aumentata di oltre tre milioni. Se si considerano più in dettaglio le cifre sull'aumento dei posti di lavoro nell'industria, si osserva che nelle industrie manifatturiere la domanda di lavoro è aumentata nel Mezzogiorno all'incirca di 100 mila unità, contro l'incremento di circa 700 mila posti di lavoro nel resto del Paese, per cui anche il peso relativo delle industrie manifatturiere meridionali è leggermente calato (in termini di addetti) passando dal 13,7% del totale nazionale al 13,5 (cfr. tab. 1). Analoghe osservazioni si possono fare per le percentuali dell'occupazione degli altri rami industriali localizzati nel Mezzogiorno - anche se nelle industrie di servizi (elettricità, gas e acqua) le regioni meridionali hanno tenuto meglio il passo rispetto alle altre regioni. L'analisi dell'evoluzione recente dell'industria meridionale va estesa ai singoli settori delle industrie manifatturiere. Sono queste, infatti, le attività industriali che rivestono carattere decisivo nella crescita economica di una regione arretrata, perché generano di solito occasioni di impiego stabile e ad elevata produttività. L'aumento dei posti di lavoro - misurato in circa 100 mila unità, come si è detto - in tutta l'industria manifatturiera del Mezzogiorno deriva da andamenti difformi dell'occupazione nei singoli settori. In generale si può dire che il decennio '60 ha segnato un netto declino delle occasioni di lavoro· nelle industrie tradizionali del Mezzogiorno ed un aumento dell'impiego nelle industrie più moderne. Le industrie alimentari, quelle del vestiario e abbigliamento e quelle del legno e mobilio registrano, infatti, nelle regioni meridionali una caduta nei livelli di occupazione; mentre l'incremento dei posti di lavoro si è concentrato nelle industrie meccaniche, dei mezzi di trasporto, nelle chimiche ed in quelle metallurgiche (cfr. tab. 2). Il fenomeno del regresso industriale nei tre settori « tradizionali » è stato un fenomeno tipicamente meridionale. Nelle regioni del CentroNord, infatti, le industrie alimentari, quelle del vestiario e quelle del legno e del mobilio hanno aumentato l'impiego di manodopera. L'unico settore industriale che nel Centro-Nord registra, nel decennio scorso, 70 BibliotecaGino Bianco
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