Nord e Sud - anno XX - n. 162 - giugno 1973

I Editoriale zioni diverse, si può annotare la constatazione ricavabile dalla relazione dell'on. Giolitti al Convegno economico del PSI: gli argomenti non sono inconciliabili con quelli che poi Colombo ha fatto val'ere in sede di Congresso della DC; e la « Voce repubblicana », a proposito della relazione di Giolitti, ha pubblicato un articolo di Giorgio La Malfa che cercava appunto di ragionare sulla « convergenza » pos'sibilé fra le nuove posizioni socialiste e le radicate posizioni repubticane. Vale pure la pena di annotare che il prof. Andreatta - i cui sarcasmi, in occasione del convegno economico di Perugia, organizzato dalla DC, furono indirizzati contro i repubblicani, e naturaln1ente contro la politica dei redditi - ha scritto recentemente, sul « Corriere della Sera », degli « effetti dimostrativi», nel settore del pubblico impiego, provocati dall'aumento degli stipendi ai superburocrati: uno scatenamento di rivendicazioni aggressive, le cui conseguenze inflazionistiche sono quanto mai preoccupanti. Ma non erano stati proprio i repubblicani, coerenti con la loro concezione della politica dei redditi, a prevedere questo scatenamento e perciò a sconsigliare l'inopportuno e intempestivo provvedimento per l'aun1ento delle retribuzioni ai superburocrati? Potrebbe qui ravvisarsi anche una convergenza da posizioni diverse; e comunque, ci sono state le convergenze, e anche le divergenze, manifestatesi sulla relazione di Ro1nano Prodi al convegno di Bologna, organizzato dal « Mulino ». Ma i rilievi più interessanti si potrebbero fare per quanto riguarda i « comportamenti coerenti» delle organizzazioni sindacali. Non si può non concordare, per esempio, con le dichiarazioni rilasciate da Lama il 9 giugno a Massimo Riva e pubblicate dal « Corriere della Sera». Sono dichiarazioni che costituiscono un costruttivo punto di riferimento per accertare le possibili e necessarie concordanze fra l'azione di governo e l'azione sindacale. Quando, infatti, Lan1a afferma che le risorse devono essere distribuite « a vantaggio delle parti più deboli della popolazione », e che « non si tratta tanto di fare una politica di aumento dei salari, quanto di fare entrare nel mercato nuovi consumatori », e quindi in primo luogo i disoccupati e sottoccupati del Mezzogiorno, siamo lontani dai vaneggianienti sul « salario carne variabile indipendente delta programmazione» e dai propositi populistici che ancora inquinano gli atteggiamenti di Carniti e di altri esponenti dell'ala più torva e più torbida della CISL. Sia1no invece se1npre più vicini a un sindacalismo ricettivo della critica salveminiana di segno nieridionalistico. Così come siamo sempre più vicini al riconoscimento della esigenza di far valere, in una trattativa tra forze politiche, rappresentanze sindacali, organizzazioni imprenditoriali, la priorità del Mezzogiorno, e le relative com5 BibliotecaGino Bianco

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