Editoriale verno del paese degradava nella pratica che Ru,nor. ha definito, dalla tribuna del Congresso della DC, « del giorno per giorno e perfino del giorno contro giorno »; e soprattutto da quando ci siamo resi conto che questa pratica, inaugurata dai governi di centro-sinistra, non era affatto corretta e anzi era ricalcata ed aggravata dal governo di centro, tanto che, come ha rilevato il Governatore della Banca d'Italia, si è dovuto constatare, nella prima parte dell'anno, « un'accelerazione dell'ind'ebitamento netto del settore statale ». E significativo, tra l'altro, che l'on. Alpino, sottosegretario liberale, e quindi testimone non sospetto, abbia preso le distanze critiche da Malagodi, rilevando che il Ministro del Tesoro avrebbe dovuto documentare al Parlamento e al paese la gravità della situazione economica e finanziaria, specialmente per quanto riguarda la difesa del reddito e dell'occupazione; e che, invece, più che dei sacrifici necessari per la ripresa, Andreotti e Malagodi, assumendo lo stesso atteggiamento del medico pietoso che si era addebitato a Colombo, hanno parlato dei sintomi della ripresa che essi credevano di poter intravvedere e che, se si potevano o si possono intravvedere, son.o però effinieri ed illusori: perché al paese è stata som1ninistrata la droga dell'inflazione che, come ammonisce l'on. Alpino, è una droga « di brevissimo effetto ». Dunque, dietro la facciata disadorna del pragmatismo di Andreotti, si è svelata la stessa realtà di accomodamenti casuali e di cedimenti corporativi che stava dietro le più barocche facciate dei governi di centro-sinistra, che vantavano a parole propositi di program111.azione e di riforme, ma comprornettevano, con la incoerenza nei fatti, e l'una e le altre. Perciò, nella sua requisitoria, Carli non ha potuto distinguere fra il governo di Andreotti e i precedenti governi; e ha dovuto coinvolgere l'uno e gli altri nella stessa deplorazione. E tuttavia, ci sono, nella relazione di Carli due giudizi più propriamente politici che inducono a confidare nelle residue possibilità di forn1are un governo che possa distinguersi in meglio sia dal governo di Andreotti che dai precedenti governi: 1) c'è « una convergenza di economisti e di uomini politici da posizioni diverse »; 2) c'è, nei ceti imprenditoriali e nelle organizzazioni sindacali, una tendenza, che si fa strada, a darsi « comportamenti coerenti », nella consapevolezza che « non si tratta soltanto di escogitare nuov'i modi di produrre, ma soprattutto di stabilire verso quali beni e servizi orientare la produzione», e che la composizione della domanda può essere lasciata alle forze di mercato, purché tali forze « siano orientate dall'intervento dell'autorità politica verso obiettivi che incontrino il consenso dei cittadini ». Quanto alla convergenza di econornisti e uo111ini politici da posi4 BibfiotecaGino Bianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==