Nord e Sud - anno XX - n. 162 - giugno 1973

I Giornale a più vocl del prodotto allo stato fresco, superando, così, il 1969 di ben q.li 46.900, pari al 9,2%. Nell'arco del decennio in esame, pertanto, ed in tutto il territorio nazionale, proprio la differenza costituente il saldo attivo, pari a q.li 9.336.000 di pomodoro, non è risultata sufficiente a soddisfare il fabbisogno del consumo allo ·stato tresco che, invece, nel complesso, è risultato pari a q.li 10.292.000: ciò, fra l'altro, dimostra che il settore dell'industria conserviera, nell'anno 1970, ha registrato, nel volume di prodotto costituente il normale assorbimento di ogni campagna agraria, un certo decremento che, in campo nazionale, è stato calcolato in q.li 926.000. Inoltre, altro elemento di comparazione tra le due destinazioni del prodotto è quello che, proprio in considerazione del progressivo constatato aumento del consumo dell'ortaggio allo stato fresco, si è pensata e felicemente realizzata anche la coltivazione « sotto serre» al fine di introdurre nella dieta italiana un alimento precocissimo e più confacente per il consumo allo stato fresco e cioè c1udo, preparato sotto forma di « appetitose insalate». Riprendendo in esame la situazione generale del Salernitano, si può senz'altro affermare che essa -· attraverso gli sforzi ed i sacrifici veramente encomiabili dei coltivatori di pomodoro e, malgrado le traversie per superare le quali soprattutto la Camera di Commercio si è sempre e profondamente impegnata fino a portare le parti a concordare su di un contratto-tipo che doveva essere tenuto a base nelle successive campagne agrarie, nonché le encomiabili iniziative realizzate nel campo della conservazione da parte degli industriali - è venuta a trovarsi all'avanguardia sia della produzione qualitativa sia di quella quantitativa, facendo registrare quasi il doppio della produzione della bacca in rapporto alle provincie più competitive, che la seguono a notevole distanza. Essa, come si è detto, ha prodotto nel 1970 q.li 5.143.500 di pomodoro di fronte ai q.li 3.028.200 di Ragusa che, con q.li 1.453.500, ha la più alta percentuale destinata al consumo allo stato fresco ( 47,9% ); di q.H 2.540.000 di Caserta; di q.li 2.288.500 di Piacenza; di q.li 2.243.100 di Napoli; di q.li 1.403.000 di Parma; di q.li 1.279.500 di Cosenza e, infine, di q.li 1.400.000 di Latina. Ora, appare ovvio che avendo subito la provincia di Salerno - pilota in campo nazionale sia nella produzione del pomodoro che nella sua trasformazione - nel 1970 una sia pur lieve flessione nel settore industriale a seguito di un minore assorbimento di pomodoro pari a q.li 87.900, non può certo affermarsi che la maggiore produzione di prodotto in Italia abbia avuto per destinazione unicamente o più marcatamente degli altri anni gli stabili:. men ti conservieri. Si ritiene opportuno, inoltre, in rapporto ai quantitativi prodotti, in cifra assoluta, dalle province più rappresentative della coltura in argomento e che sono state innanzi riportate, operare un ragguaglio anche in percentuale delle cifre stesse riferite a ciascuna provincia nei confronti della produzione nazionale: Salerno, il 14,2%; Ragusa, 1'8,3%; Caserta, il 7,0%; Piacenza, il 6,3%; Napoli, il 6,2%; Parma, il 3,8%; Cosenza, il 3,8%; Latina, il 3,5% (percentuale 53 BibliotecaGino Bianco

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