Nord e Sud - anno XX - n. 162 - giugno 1973

Corrado Scattaretico ramento della tecnica col turale ed alla difesa da parte dei nemici di cui si è detto. Le varietà dell'ortaggio sono ben conosciute, ma in provincia di Salerno vengono coltivate prevalentemente: la « Sanmarzano », la « lampadina » e, recentemente la « Roma». Inutile, quasi, risulta l'affermazione che la cultura migliore fra quelle enunciate è la « Sanmarzano » perché essa, ai pregi organolettici veri e propri, accoppia la più ampia resistenza a qualunque genere di trasporto. È çl'uopo, però, ribadire che, durante il periodo vegetativo, si deve incessantemente vigilare affinché non abbia a colpire la pianta la malattia cosiddetta « marciume apicale», la quale distrugge1:1ebbe inesorabilmente e con estrema rapidità intere piantagioni. Prima di introdurci nell'argomento riflettente specificamente il Salernitano, è bene illustrare, sia pure sommariamente, l'andamento della coltura in tutto il territorio nazionale. La coltura del pomodoro in Italia è andata gradualmente estendendosi fino a coprire alla data del 31 dicembre 1970 una superficie pari ad ettari 129.927, con una produzione complessiva di q.li 36.179.000 ed una produzione per ettaro di q.li 278,4. In un decennio (1961-1970), l'incremento è risultato modesto per la superficie investita (2,3% ), mentre è stato veramente consistente per la produzione sia unitaria che totale, pari rispettivamente al 25,9 ed al 24,2%. Da un esame degli investimenti per grandi ripartimenti territoriali emerge che solo in Italia Meridionale si è registrata una espansione delle superfici messe a coltura (tra il 1961 ed il 1970 la partecipazione dell'Italia Meridionale è salita dal 41,5% al 50,0%), mentre sia nel Centro-Nord che nelle Isole, la tendenza è stata nettamente regressiva. La difforme dinamica evolutiva è resa più evidente dall'andamento della produzione: durante il decennio in rassegna la coltivazione del pomodoro in Italia Meridionale è passata da q.li 9.459.600 del 1961 (pari al 53,0% di quella nazionale) a q.li 16.937.400 per il 1970 (pari al 46-,8% di quella nazionale). Nell'Italia Centrale ed Insulare l'incremento produttivo è stato più modesto --- rispettivamente il 37,8% ed il 26,1% - mentre nell'Italia Settentrionale si è addirittura assistito ad una contrazione, del 9,8%, poiché l'aumento della resa media non è stato sufficiente a compensare la diminuzione degli investimenti in superficie. Ciò premesso, possiamo stabilire la incidenza della provincia di Salerno sulle altre provincie italiane, onde valutare la inrportanza che la produzione de~ pomodoro salernitano, sia dal punto di vista varietale che da quello della quantità, assume in rapporto a quella nazionale. Forse non è del tutto inutile sottolineare che, parallelamente all'aumento della produzione, vi è stato anche un aumento del consumo, soprattutto, allo stato fresco. Ciò è dimostrato dal fatto che nel 1970, in provincia di Salerno, su una produzione di q.li 5.143.500, ben 514.000 sono stati assorbiti dei consumatori 52 BibliotecaGino Bianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==