GIORNALE A PIU' VOCI Le alluvioni in Calabria A poco prn di 20 anni di distanza dall'ultimo disastroso evento (1951), si ritorna a parlare di alluvioni in Calabria. In tale intervallo si sono però egualmente avute analoghe calamità naturali sia pure di intensità minore e con ritmo di successione media di 3-4 anni. Tra queste ricorderemo quella del 1966, che fornì lo spunto ad uno di noi a fare il punto, su questa stessa rivista, dello stato di disordine idrogeologico del nostro paese (Cfr. F. Ippolito, Il disordine idrogeologico; « Nord e Sud», n. 86 (147); feb. 1967). Quanto però si rileva a seguito e in relazione ai caratteri propri della recente alluvione del Natale '72- Capodanno '73, non trova alcun riscontro negli eventi trascorsi. A riguardo si registra una precipitazione continua dal 20-21 dicembre 1972 al 2 gennaio 1973, con punte massime per zone dell'ordine dei 1500 mmc e picchi superiori ai 400 mmc in 24 ore, tra l'l e il 2 gennaio. In altre parole, si è avuta nell'arico di 11-12 giorni una precipitazione pari, per alcune zone, o superiore alle medie annuali. A tale primo evento, sono seguiti almeno altri tre periodi di intense precipitazioni atmosferiche, l'ultimo dei quali tra il 25 marzo e il 5 aprile ha particolarmente colpito le aree settentrionali joniche della regione, venendo tra l'altro ad agire su terreni pressocché prossimi alla saturazione. Alla eccezionalità dell'evento meteorico, che sia pure con punte di massima concentrazione si è protratto per ben oltre tre mesi, fa riscontro un'analoga eccezionalità in relazione ai danni indotti al territorio e ciò specie per quanto concerne i fenomeni franosi. Per quanto invece concerne i più tipici danni alluvionali e cioè quelli connessi alle esondazioni fluviali e, segnatamente in Calabria, alle rovinose piene delle fiumare questi ristùtano contenuti e nettamente inferiori a quelli che son seguiti alle alluvioni del 1951-53. Molti degli scritti seguiti a tale trascorso evento, infatti, davano particolare rilievo alla assoluta insufficienza delle sistemazioni fluviali, specie quelle arginali, al che era legata la forte perdita di vite umane allora registrata. Invece, a seguito della recente alluvione, è doveroso far rilevare che nonostante l'evidente eccezionalità dell'evento, non si sono avute perdite di vite umane per danni indotti dai corsi d'acqua, se si esclude l'unico evento grave conseguito all'asportazione del rilevato autostradale ad opera del torrente Metramo presso Gioia Tauro. Tale constatazione dimostra la validità degli interventi di sistemazione operanti sui torrenti specie in questi ultimi anni. Certo anche in questa ultima occasione, si sono viste serie di briglie sifonate, scalzate e travolte (bacino del S. Agata, Mesima, Corace, Ancinale, etc.), ponti letteralmente cancellati (sul S. Agata, sul Metramo, sul Corace), rotte arginali (S. Agata, Ancinale, Allaro, Torbido, etc.), ma è appunto la resistenza 48 BibliotecaGino Bianco
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