Girolamo Cotroneo il ritorno a una posizione addirittura prehegeliana, per cui scienza si può fare soltanto di ciò che sia empiricamente dimostrabile - l'ideologia ridiventa illuministicamente mistificazione (si cerca di « persuadere » quando non vi sono argomenti per « convincere »), inganno o, nella migliore delle ipotesi, l'aspetto prelogico dell'attività intellettuale; in ogni caso essa finisce sempre con il costituire un impaccio, un ostacolo per la ragione calcolante e raziocinante. Il rischio è grosso: considerare l'ideologia semplice fabulazione, valida soltanto a suscitare emozioni~ ancorché preparanti un'azione politica concreta - rischia di liquidare assieme al contenuto trascendentale anche quello etico-politico dell'ideologia, che è tutt'altro dal sentimento o dalla predicazione apostolica; inoltre, sopravvalutare l'aspetto sociologico, scientifico, è anch'esso un errore che può essere pagato caro; le scienze sociologiche, statistiche in genere, oggetive e scientifiche, si fondano, come ha dimostrato Raffaello Franchini nella Teoria della previsione, sul principio della ripetitività, cioè sul presupposto che le cose nel futuro andranno come per il passato; che è concezione positivistica largamente supe~ rata, dato che ormai tutti dovremmo essere convinti che il margine di imprevedibilità degli accadimenti è talmente vasto da rendere improbabile ogni calcolo previsionale (senza contare poi che il « sociologismo assoluto » si fonde con il « potere », rafforzandolo, molto di più che non le fabulazioni mitologiche: ma questo è già un altro discorso). Come prima si diceva, le tesi di Ronchey sembrano discendere « per li rami » da questa concezione di Pareto: ma qui occorre andare piuttosto cauti. Vero è che Ronchey sostiene come « dinanzi ai dati di fatto e ai problemi oggettivi » sia impossibile ignorare i limiti. delle ideologie; che se la società potesse « inseguire utopie o schemi ideologici deduttivi, senza tener conto delle condizioni storiche e degì'interessi individuali o di gruppo », la scienza economica non avrebbe più motivo di esistere, mentre a reggere l'organizzazione sociale basterebbero « le morali o le ideologie o le religioni » (la cui parte però ci guarderemmo bene dal sottovalutare); che è necessario tener conto dei « duri fatti» naturali e umani « che contraddicono idee e schemi dogmatici ». Si tratta di affermazioni, pur validissime, che sembrano indicare l'inclinazione di Ronchey verso le analisi oggettive, la sua preferenza verso i dati di fatto concretamente dimostrabili, piuttosto che non verso quelle che egli, con espressione indubbiamente felice e fortunata, chiama 12 BibliotecaGino Bianco
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