Nord e Sud - anno XX - n. 162 - giugno 1973

Giuseppe Giampaglia detto quotidiano, sulla base di specifiche categorie socio-economiche, giungendo alle ·seguenti conclusioni: a) si prevede « non solo sulla base di quanto si conosce, ma anche secondo quanto si spera »; b) « le categorie fra le quali un determinato partito conta i propri più nll!Illerosi sostenitori sono anche quelle che più facilmente prevedono un'affermazione del partito stesso. Così è per i lavoratori manuali in favore del P.iC.I., per gli impiegati e gli addetti ai trasporti in favore del P.S.I., per le professioni liberali e gli impiegati a favore del P.S..D.I. e del P.L.I., per gli addetti al commercio in favore del M.S.I. ». Fin qui le ricerche più direttamente collegate con il comportamento elettorale vero e proprio; ma il libro in questione ci offre, con la quarta ricerca, interessanti elementi su un fenomeno più particolareggiato e non meno importante: quello relativo alle correnti di partito ed ai processi di identificazione. Quest'ultimo saggio, scritto in collaborazione con Franco Cazzola, si basa sui risultati delle interviste fatte a 121 delegati al 38° Congresso del P.S.I., svoltosi nel 1968. Il dato fondamentale, messo in luce dall'indagine, è che le correnti non erano considerate come un fatto anomalo, ma, piuttosto, come uno strumento di maggiore democrazia all'interno del partito. Il punto più importante della questione ci sembra sia rappresentato non tanto dallo studio delle correnti come espressione dell'articolazione dialettica di un partito, quanto da quello dei fattori che ne condizionano l'origine ed il consolidarsi. Di tali variabili, gli Autori preferiscono esaminare più in dettaglio le seguenti tre: 1) rapporti tra correnti, estrazione sociale e carriera politica; 2) rapporti tra correnti e situazioni economico-politiche; 3) rapporti tra correnti, i problemi e l'ideologia. Molto opportunamente la prima variabile è stata, a sua volta, articolata in due categorie più ristrette (rapporti tra le correnti e la classe sociale e la condizione professionale di appartenenza; l'influenza della condizione generazionale, della provenienza familiare e territoriale nonché dell'esperienza politica sull'adesione ad una corrente) così come la seconda ha dovuto tener conto dei nes,si esistenti tra correnti e sviluppo economico, da una parte, nonché di quelli tra le stesse e la competizione politica, dall'altra. I risultati ottenuti possono essere così sintetizzati: a) i sostenitori delle due correnti di destra e quelli de1le due correnti di sinistra appartengono in gran parte alla classe media, non avendosi, così, alcuna convalida delle due opposte ipotesi che vorrebbero, da una parte, che glì elementi più radicali siano prevalentemente di origine operaia e quelli di .estrazione borghese facilmente revisionisti, e, dall'altra, che le posizioni radicali siano tipiche deg1i intellettuali di origine borghese, mentre i militanti di origine operaia tenderebbero a posizioni più moderate;. b) gli atteggiamenti più radicali sono, almeno in parte, un attributo di generazione: infatti i delegati in età inferiore ai 35 anni costituivano quasi la metà della corrente di estrema sinistra, mentre non erano che un quinto delle al tre; 120 BibliotecaGino Bianco

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