Giovanni Coda Nunziante può prevedere che la politica italiana e la programmazione italiana saranno in gran parte soggette all'iniziativa della Comunità. In questo caso non può che sottolinearsi il pericolo che l'impreparazione del nostro sistema, specialmente del sistema politico e di quello amministrativo, ad attuare con prontezza ed efficacia gli indirizzi che verrebbero dati a Bruxelles, farebbe sì che la posizione coloniale del nostro Paese si accentuerebbe. Magari proprio attraverso gli sforzi della Comunità per supplire direttamente ed in prhna persona alle nostre deficienze. Probabilmente verrebbero così esaltati più che colmati certi ritardi e certi squilibri della nostra economia e della nostra società rispetto agli altri partners europei. Quest'ultima soluzione, per quanto infelice, costituirebbe probabilmente il male minore, in quanto imporrebbe in modo più urgente certi stimoli di modernizzazione, sarebbe guidata da una certa visi_one di lungo periodo, ed avrebbe forse l'effetto di ridurre l'instabilità del nostro sistema economico. Mentre la presenza di altri paesi democratici nella Comunità costituirebbe una certa garanzia sulla democraticità di certi sviluppi, ed allontanerebbe pericoli autoritari. In altre parole, ad un'Italia nella CEE non credo sarebbe permesso di seguire la via della Grecia; mentre per un Italia fuori della Comunità una simile soluzione potrebbe anche riuscire gradita in certi circoli internazionali. Se questa fosse una maniera di guardare realisticamente al futuro, alle forze democratiche italiane resterebbe solo la magra consolazione di cercare di minimizzare i lati negativi di una situazione che almeno nel breve periodo non si vuole o non si può cambiare. 2) Quanto ho detto in precedenza sull'allargamento della sfera pubblica nei settori produttivi, e specialmente nella grande industria, merita qui qualche al tra considerazione in una prospettiva di inserimento italiano nella CEE. L'inserimento nella Comunità Economica Europea pone un punto interrogativo per quanto riguarda lo sviluppo dei rapporti fra potere economico pubblico e potere politico. La scelta in favore di un esteso controllo di convivenza con le altre economie europee. Ma quel che è più grave è che certi pur vaghi tentativi, quali quelli fatti fin ora da parte del potere politico, di controllare le partecipazioni statali, potrebbero esser resi più difficili dalle regole imposte per ragioni di concorrenza dalla Comunità. Solo poche settimane fa il Governo ha preso delle decisioni riguardo al sindacato di controllo di una delle più importanti industrie italiane a partecipazione statale. La posta in gioco era grossa, e qualche giornale, non certo disinteressato, ha dato pubblicità ad un presunto intervento della Commissione della CEE riguardo alla maniera di proceder~ 112 BibliotecaGino Bianco
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