Nord e Sud - anno XX - n. 162 - giugno 1973

Dall'ideologia all'« idologia » parte, esse non possono più essere considerate, alla maniera illuministico-marxiana, soltanto frutto della volontà dei « preti », dei « despoti » o delle « classi dominanti », ma hanno una genesi storica rigorosamente individuabile e rappresentano le speranze, i sogni, o addirittura, se ci è consentito usare il termine soreliano, la « poesia sociale » dell'umanità; dall'altra però, una volta concretizzatesi storicamente, una volta assunta una precisa fisionomia politicoistituzionale, diventano patrimonio esclusivo dei detentori del potere e· si trasformano in strumento di dominio (Marx credeva che a questa sorte sarebbe sfuggita l'ideologia « proletaria »: la storia ha invece detto altrimenti). A questi due aspetti dell'ideologia se ne può poi aggiungere un terzo, riguardante lo scarto sempre esistente fra di essa e la realtà storica, fra ciò che si postula astrattamente e ciò che si realizza praticamente, dato che la storia, come Vico ha insegnato, crea i suoi « ordini », spesso « senza verun umano scorgimento o consiglio, e sovente contro essi proponimenti degli uom1n1 ». In questo contesto assurne notevole importanza la pur criticabilissima distinzione di Mannheim, cui prima accennavamo, fra ideologia e utopia, dove la prima sarebbe idea che è incapace di realizzarsi e di dominare la realtà adeguandola a essa (ad esempio, l'ideale cristiano dell'amore fraterno, storicamente irrealizzabile e quindi ideologico), mentre la seconda sarebbe ciò che di essa si realizza, che diventa istituzione politico-sociale. La contraddizione implicita in questo discorso e fin troppo evidente: che cosa sia ideologico (e perciò irrealizzabile) e che cosa utopico (quindi realizzabile) può essere stabilito soltanto post-factum, non mai preventivamente; ma il post-factum si collocherebbe addirittura alla fine dei tempi, perché nulla ci assicura che ciò che magari per secoli sia rimasto « ideologico » (l'amore fraterno cristiano di cui parla appunto Mannheim) non possa un giorno realizzarsi: nessuno insomma può rigorosamente provare che non debba giungere il tempo, di cui la profezia biblica, quando la spada si trasformerà in vomere e il lupo e l'agnello pascoleranno sul medesimo campo. Tuttavia l'argomento proposto da Mannheim ha una sua validità e un suo preciso senso nel discorso che intendiamo svolgere: indipendentemente dalla sofisticata distinzione terminologica fra ciò che è utopico ·e ciò che è ideologico, resta pur sempre il fatto che in ogni dottrina etico-politico-sociale vi è sempre un margine più o meno largo di trascendentalità; essa quindi non riesce mai, 9 BibliotecaGino Bianco

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