La politica estera dell'Italia fra le due guerre (II) Il primo colpo al « Fronte di Stresa » fu inferto dalla Gran Bretagna, con la stipulazione, il 18 giugno 1935, di un accordo navale con la Ger1nania, grazie al quale quest'ultima avrebbe potuto allestire una flotta di una certa consistenza 1 • Fu qualcosa di più di un con1promesso per giungere ad un « modus vivendi » con il Reich hitleriano: fu l'accettazione giuridica della decadenza delle clausole navali del Trattato di Versailles; e fu un colpo di piccone contro quel sistema di « sicurezza» al quale, qualche mese prima, la Gran Bretagna era sembrata disposta a contribuire. Pochi mesi dopo, con lo scoppio della crisi etiopica, il « Fronte di Stresa» ricevette un altro colpo ancora più duro. La conquista dell'Etiopia era una vecchia aspirazione italiana. Mussolini l'aveva ereditata e l'aveva fatta propria. In fondo si trattava di un ripiego. Da decenni l'Italia cercava un « posto al sole ». E siccome tutti gli altri « posti al sole », t migliori, erano già stati occupati, all'Italia non era rimasta una sola alternativa: o rinunciare o cercare di prendersi ciò che era rimasto. È dubbio che la conquista dell'Etiopia potesse offrire grandi vantaggi economici o strategici: sul piano econo1nico, l'Italia avrebbe potuto avviare alcuni processi suscettibili, a lungo termine, anche di qualche importante sviluppo, ma non avrebbe certo potuto ridurre in maniera apprezzabile la sua dipendenza dall'estero per le materie e le fonti di energia; sul piano strategico, poi, tale conquista sarebbe servita, molto probabilmente, solo a creare nuovi problemi. A parte il fatto che si trattava ormai di un'« impresa» fuori tempo: l'epoca delle conquiste coloniali era tramontata e le potenze coloniali, con Inghilterra e Francia in testa, avevano già i loro grattacapi per mantenere quello che avevano preso in precedenza. Ma Mussolini, forse anche in base ai « precedenti » della questione, decise di gettarsi nell' « impresa ». Molti retroscena della crisi etiopica sono ancora avvolti nel mistero. Senza dubbio Mussolini voleva un'affermazione internazionale. La ricerca di quest'affermazione era probabilmente l'unica vera costante della sua politica. E certo voleva anche qualcosa di tangibile. Ma non si può provare che volesse la guerra ad ogni costo: probabilmente, nelle sue oscillazioni, in un momento la voleva e in un altro no. L'andamento della crisi avvalora quest'ultima ipotesi. Bisogna aggiungere che, man mano che le cose andavano avanti, cresceva il peso dei motivi di prestigio (ai quali Mussolini aveva sempre attribuito una grandissima importanza). 1 In base a tale accordo, la Gennania avrebbe potuto allestire una flotta di superficie pari al 35% di quella britannica ed una flotta sottomarina pari al 45% di quella inglese. L'accordo prevedeva inoltre che la Germania avrebbe potuto raggiungere la parità con l'Inghilterra nei sommergibili riducendo in misura corrispondente il tonnellaggio delle altre categorie di naviglio. 97
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