Miano: problenii di sviluppo di un co,nune del Napoletano locali si sono raddoppiati, mentre sostanzialmente stabile si presenta la situazione dell'industria manufatturiera. 72 unità locali con un'occupazione di 952 addetti nel 1961, 152 unità locali nel 1971 con 1.221 addetti. Dunque, di fronte a una sostanziale stazionarietà dell'occupazione, sono aumentate solo le unità locali di piccolissime dimensioni. Il tutto, in definitiva, dimostra come lo sviluppo dell'occupazione nel quartiere sia in linea con quanto è avvenuto a livello più generale nell'intera città e provincia di Napoli. Più in particolare, tre sole aziende a Miano possono essere considerate di buon livello, avendo un'occupazione media tra le 100 e le 500 unità. 4. Prima ancora, dunque, di passare ad esaminare quelle che posson'J essere le prospettive per uno sviluppo del lavoro a Miano, vale la pena, brevemente di tirare le somme di quanto fin qui si è venuto dicendo. Miano rappresenta in definitiva un segmento del più generale sottosviluppo della città di Napoli. Anzi si può dire di più, poiché dal punto di vista della quantità e qualità di occupazione presenta, esasperate, le carenze e gli squilibri tipici di un quartiere periferico in una città ancora alla ricerca delle sue funzioni. Pertanto, l'unico tipo di sviluppo che è stato possibile riscontrare in Miano dall'epoca della sua aggregazione a Napoli fino ad oggi, quello demografico, è dovuto al fatto che Miano più che presentarsi più vicino al posto di lavoro, si dimostrava più economico da moltj punti di vista. E se è vero che si può ammettere che, « tra gli altri borghi periferici, almeno qualcuno (Barra, Ponticelli) abbiano assolto a una funzione di residenza provvisoria nei confronti degli operai immigrati, e che quindi, quanto meno in una prima fase, il suo sviluppo sia stato in qualche modo collegato con le zone industriali cittadine » 3, questo per Miano è difficilmente dimostrabile, a meno che non si voglia fare riferimento al polo di svjluppo venutosi a determinare tra Arzano e Casavatore. Comunque, finché è durata l'espansione industriale di Napoli i sobborghi semirurali si sono, per così dire, « avvicinati » alla città, ed in questo senso anche Miano avrebbe potuto tendere ad una migliore integrazione di funzioni con il resto della città. Ma, quando - troppo presto - quella debole espansione ha segnato il passo, « i comuni aggregati sono entrati in una fase di ristagno che ne ha impedito la ulteriore urbanizzazione e la completa saldatura funzionale con il centro, e sono sopravissuti con caratteristiche intermedie tra città e campagna, sia dal punto di vista urbanistico 3 Antonio Rao, L'area di influenza di Napoli, E.S.I. 1967. 93
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