Autori vari « locali », ma che, invece, è maggiormente attribuibile ad un'oggettivamente errata « politica » della città nei confronti delle sue componenti - nessuna esclusa - realizzatasi nel corso del suo disordinato e disarmonico sviluppo nel territorio. E qui il discorso correrebbe il rischio di reimpegnarsi con i concetti prima accennati relativi al fenomeno di « città » - se non vogliamo parlare di « metropoli » - in espansione, a quello dei ruoli e delle funzioni che essa dovrebbe essere in grado di svolgere, alle strutture ed infrastrutture che dovrebbe avere da porre a disposizione dei suoi abitanti senza pericolose discriminazioni, ai compiti da affidare respon• sabilmente a tutte le sue componenti. Il tutto aggravato dal fatto che una simile realtà non può che vivere una « sua » specifica « cultura » -- che è la risultante anche di queste « tensioni » e, in genere, del più ampio stato di cose -, che progressivamente tende ad allontanarsi sempre più da quella « cultura ufficiale » della città e della « società esterna » che, sempre più frequentemente, è, invece, protesa alla sua « conquista » nell'illusorio tentativo di integrarla ad essa per tutto quanto può tornarle a vantaggio. I « veicoli » utilizzati - esplicitamente od implicitamente - per una simile operazione sono i più vari ed impensabili: dai « mass media » al quadro istituzionale, dalle norme codificate a quelle inespresse ma non meno cogenti, dai più diversi beni di consumo resi artificiosamente raggiungibili alla stimolazione di bisogni artefatti, dai semplici ed apparentemente innocui messaggi alle idee cariche di implicazioni più che condizionanti, ecc. Ma la responsabilità di gran lunga più grave va ancora e pur sempre attribuita alle istituzioni: dalla famiglia alla scuola, alla delegazione comunale, ai gruppi formali, ecc. 7. A questo punto consideriamo conclusa la fase introduttiva ed interlocutoria di questo primo approccio al quartiere in oggetto, nella certezza che proprio dall'incontro con i diretti protagonisti ci potranno venire i maggiori stimoli per le fasi successive. E solo allora si potrà tentare di includere tra esse una specificamente dedicata all'individuazione delle linee operative da perseguire perché il processo di « mutamento sociale » non sia più affidato alla pura spontaneità dei meccanismi in atto, quanto, piuttosto, sia guidato e pianificato entro una logica del tutto diversa. Linea operativa che, partendo dalla conoscenza di quanto è avve80
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