Nord e Sud - anno XX - n. 161 - maggio 1973

Autori vari potrebbe risultare perfino la loro totale estraneità a questa classe o gruppo. Essi, cioè, verrebbero, in pratica, ad essere « snobbati » dagli appartenenti allo « strato superiore » ed « invidiati » da quelli dello « strato » inferiore, correndo il rischio di non trovare facilmente un'idonea collocazione. Altrettanto, forse, potrebbe dirsi - nell'ambito dei lavoratori « manuali dipendenti » - per quelli che hanno la loro attività nel « quartiere » e quelli, invece, che sono costretti a recarsi all'esterno di esso: molte volte questo fatto può coincidere, la tempo stesso, sia con una migliore situazione ( « status ») - dovuta a maggiore sicurezza nell'occupazione, più alto reddito, maggiore prestigio, ecc. - e sia, all'estremo opposto, con una condizione più sfavorita (precarietà di occupazione, mansioni più modeste, reddito inferiore, maggiori disagi, ecc.). Siamo pur sempre nel campo della relatività: il che, però, non vuole affatto significare che non sia possibile, con gli opportuni strumenti di indagine, approfondire l'analisi al fine di ridurre quanto più le zone di ombra o, sia pure, di confusione. Ciò, però, - è bene ripeterlo - non potrà che essere fatto nel corso di una ricerca « ad hoc ». 6. Ne consegue che, allo stato attuale, si può procedere anche ad una prima e grossolana indicazione delle tensioni implicite in una siffatta « stratificazione » sociale. Tensioni che, va detto subito, potrebbero. manifestarsi non solo tra « strato » e « strato », ma perfino all'interno di ciascuno di essi, sempre che sia vera la « fotografia » prima tentata. È fuor di dubbio che una prima tensione si avrà tra gli « intellettuali indipendenti » e gli « intellettuali dipendenti »: i primi perché non potranno non considerarsi - per i più vari ed impensati motivi - in qualche modo « superiori » ai secondi e quasi minacciati dalla loro notevole incidenza; gli altri, a loro volta, perché si sentiranno respinti dai primi (anche se ciò, in realtà, non avesse a verificarsi) e quasi condannati a ricadere nella « massa », dalla quale sono portati istintivamente a rifuggire. Questi ultimi, del resto, mai potranno accettare una qualsiasi forma di solidarietà nei confronti degli « strati » inferiori. . D'altronde, poiché particolarmente in un simile ambiente gli « intellettuali » costituiscono una minoranza, non può escludersi che questo senso di « assedio» - con la conseguente frustrazione - qualifichi il presunto apice della « piramide »: qualunque sia il motivo che li ha portati a risiedere nel « quartiere » si sentiranno « esiliati » o, peggio, 78

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